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Virtus Entella, Montali: "La crescita di Zaniolo è sorprendente"

Parla il responsabile che portò il centrocampista a Chiavari: "È stato bravissimo a inserirsi. Ha ancora tanto da dimostrare. Monchi? Uno fuori dal coro ma di qualità"

Nicolò Zaniolo in allenamento, di LaPresse

Nicolò Zaniolo in allenamento, di LaPresse

La Redazione
30 Novembre 2018 - 19:48

Manuel Montali è il responsabile dell'area tecnica della Virtus Entella che portò a Chiavari Nicolò Zaniolo. Ecco un breve estratto della sua intervista rilasciata al Match Program ufficiale di Roma-Inter.

Come arrivò Zaniolo all'Entella?
"Era l'estate 2016, mancavano tre giorni alla chiusura del mercato. Noi avevamo già una buona squadra Primavera quando l'agente di Nicolò di allora mi contattò. Nicolò veniva da un anno nella Primavera della Fiorentina e non avevano intenzione ancora di contare su di lui. Era al primo anno di Primavera, ma le premesse non erano rosee. Lo prendemmo a costo zero. Se devo dire il nostro merito fu la rapidità, in tre giorni trovammo l'accordo con lui e con la sua famiglia. In qualche modo dovemmo riorganizzare anche il nostro progetto su di lui perché come le ho già detto la squadra era praticamente già fatta".

Che tipo era Nicolò?
"Riservato, di poche parole, consapevole dei suoi mezzi. Era documentatissimo sul calcio, attento a tutte le sfumature delle squadre avversarie".

Se le chiedessi di svelarne un difetto?
"Un po' permaloso. Ma certo è un aspetto caratteriale accentuato dall'età particolare".

Quindi, in sintesi?
"Ambizioso e determinato".

Si sarebbe mai aspettato una crescita così veloce?
"Non avrei mai potuto ipotizzare che sedici mesi dopo sarebbe andato in Nazionale maggiore. Con i giovani cerco di fare attenzione al margine, insomma che nel calcio non siano 'un prodotto finito' ma che il ragazzo abbia potenzialità ancora da dimostrare. Poi non sempre fioriscono queste potenzialità".

Come è andata poi la stagione nell'Entella?
"Si è inserito in una squadra già formata infatti le prime tre/quattro partite non giocò. È stato bravo in quel mese a rimanere silenzioso e a saper aspettare. Esordì contro il Palermo e fece una grande partita, poi la domenica dopo andammo a Bologna e fece ancora meglio. Insomma, fu un crescendo. Arrivò anche la nazionale e poi la prima squadra. In quella stagione giocò 7/8 partite in Serie B. Quell'anno con la Primavera raggiungemmo la finale di Coppa Italia, in semifinale battemmo l'Inter con un gol di Nicolò. La finale la giochiamo contro la Roma e perdemmo all'Olimpico, ma per noi fu un gran risultato. E Nicolò giocò in entrambe le gare contro la Roma".

Chi è oggi Nicolò Zaniolo?
"Non voglio portargli male, ma potenzialmente oggi potrebbe arrivare al top europeo per qualità fisiche, tecniche e mentali. Dipenderà da lui saper gestire la sua giovane età. Ma lo conosco e so che sarà bravo a vivere nel modo giusto il frullatore di emozioni di questo periodo. Gli sarà di aiuto la famiglia e anche i compagni più grandi che l'aiuteranno a decollare"

Domenica all'Olimpico arriva l'Inter, che partita sarà?
"In campionato quest'anno la Roma non è riuscita ad esprimere con continuità le sue potenzialità. Probabilmente la Champions League le ha prosciugato energie in modo involontario. Ha perso punti contro squadre piccole ma farà una buona gara".

Per Nicolò sarà occasione di ritrovare i suoi ex compagni?
"Ho già fatto una buona gara contro la Fiorentina, immagino che sarà emozionato [...]. Sono certo lo affronterà con determinazione senza sofferenze".

Alle spalle ha una carriera da allenatore, cosa pensa di Di Francesco?
"[...] Il suo progetto tecnico è di buon livello. È affrettato tirare delle conclusioni, ha bisogno di un po' di tempo. Ma so che quando gli eventi ti danno torto è difficile mantenere la serenità".

Quanti Zaniolo le sono capitati in questi anni?
"Di soddisfazioni, come quella che abbiamo avuto con lui, poche. Siamo una realtà piccola, ma abbiamo fatto crescere nel nostro settore giovanile tanti giocatori.[...]".

Prima di salutarla, cosa pensa di Monchi?
"Dall'esterno mi sembra un direttore sportivo che ragioni un po' fuori dal coro. Con una mentalità un tantino diversa, si trova a lavorare in Italia dove il presente pesa molto. La sua mi sembra una gestione sportiva che cerca di toccare tasti diversi, ma sicuramente di alta qualità".

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