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Il Superclasico

Superclasico: il Boca vince 1-0 ma non basta. De Rossi resta in panchina

Il River Plate perde il match: non gli capitava da 14 partite di Coppa. Basta il 2-0 dell’andata: continua la maledizione per i gialloblù, dopo l’edizione 2018

23 Ottobre 2019 - 10:49

Finisce con una amara, inutile vittoria vista dalla panchina la partecipazione di Daniele De Rossi alla Copa Libertadores: il Boca Juniors batte 1-0 il River Plate e gli lascia la finale contro la vincente della semifinale tutta brasiliana tra Flamengo e Gremio, visto il 2-0 ottenuto all'andata dai ragazzi di Marcello Gallardo. Che, un anno dopo la storica vittoria nella finale dei due Mondi - che aveva lasciato in eredità enormi timori di ordine pubblico, visti i pesanti scontri che avevano convinto la Conmebol a spostare a Madrid la gara di ritorno - infligge un altro pesante smacco alla squadra coi colori della bandiera svedese. L'ex capitano della Roma era appena tornato a disposizione dopo l'infortunio muscolare che gli aveva fatto saltare anche il ritorno all'Olimpico con la Nazionale, al suo posto in mediana il gioiellino Almendra, classe 2000, accostato (anche) alla Roma nell'ultima sessione di mercato. Il 36enne di Ostia è il più vecchio della rosa, il secondo è in campo dall'inizio, con la fascia di capitano: è Carlos Tevez, leggenda locale, che però non riuscirà a incidere.

La cronaca

Si comincia con un quarto d'ora di ritardo, per sgomberare il campo dai cartoncini lanciati dagli spalti che fanno tanto Sud America. «Si el partido comienza puntual, ese partido no es de libertadores», si legge su twitter: rende l'idea. Il primo tiro arriva al 9' ed è dei padroni di casa, un sinistro di controbalzo di Abila sugli sviluppi di una punizione laterale, palla sull'esterno della rete. Il Boca, dovendo rimontare, conduce le danze, e al 21' si illude, per un paio di secondi: altra punizione dalla fascia destra, mischia in area, risolta dal sinistro del 29enne ex Benfica Eduardo Salvio, che manda la palla in rete, subito annullata perché, andando a saltare di testa con il compagno di squadra Almendra, il terzino Mas aveva toccato la palla con la mano. Il River gioca col cronometro, controllando la gara senza preoccuparsi di spingere troppo: giusto un cross di De La Cruz sul finire del tempo, bloccato senza troppi problemi da Andrada. Più preoccupato, sul fronte opposto Armani, che si distende e mette in angolo una punizione di Alexis Mac Allister, che con tutta probabilità sarebbe finita sull'esterno della rete: sul tiro dalla bandierina Enzo Perez svirgola verso la sua porta, rischiando un clamoroso autogol, bravissimo il nazionale argentino a sventare il pericolo alzando sulla traversa. Nel recupero, giallo per Mac Allister per un fallaccio a centrocampo: è il primo, arriva dopo 45', ed è una notizia, in gare come questa. Il secondo è per Marcone, il terzo per Ignacio Fernandez, e precede di poco la prima emozione della ripresa, stop e tiro di Mac Allister, sul fondo da ottima posizione (ma era in fuorigioco). A un quarto d'ora dalla fine, quando manca un solo cambio per gli ingressi di Hurtado e Mauro Zarate, De Rossi comincia a scaldarsi. Poi, di colpo, il Boca sblocca, risvegliando la Bombonera: ennesimo calcio di punizione dalla trequarti, Tevez va a fare la sponda, la palla arriva sul secondo palo, Zarate a mezzo metro dalla porta la tocca in maniera bizzarra, finendo per mandarla indietro invece che avanti, per sua fortuna alle sue spalle c'è l'altro nuovo entrato, il 19enne venezuelano Juan Carlos Hurtado, che spinge in rete. Un minuto dopo il tecnico del Boca Gustavo Alfaro si gioca il terzo cambio, e non è De Rossi: entra il 23enne Sebastian Villa, attaccante colombiano. Ma il tempo ormai è troppo poco, nonostante i cinque minuti di recupero, portati poi a sei: al quarto il centrale difensivo Lisandro Lopez (sei mesi all'Inter e altrettanti al Genoa, una presenza in tutto) va a colpire di testa una punizione di Zarate, blocca Armani. Pochi secondi dopo può esplodere la gioia del River Plate: non perdeva in Libertadores da 14 partite, ma è difficile immaginare una sconfitta più dolce.

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