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Le sanzioni

Chelsea "congelato": le sanzioni vietano la vendita dei biglietti

Al club è stato anche impedito di sottoscrivere nuovi contratti, bloccando di fatto il mercato e impedendo i rinnovi contrattuali di Rudiger, Christensen e Azpilicueta

Stamford Bridge (Getty Images)

Stamford Bridge (Getty Images)

La Redazione
11 Marzo 2022 - 12:41

Guai per il Chelsea, dopo le sanzioni annunciate dal governo britannico contro alcuni miliardari russi come misura di repressione dopo l'invasione dell'Ucraina. Il ministro degli Esteri del Regno Unito, Truss, ha ufficializzato ieri il «blocco totale dei beni per sette oligarchi russi»: tra questi figura Roman Abramovich, presidente dei Blues. All'imprenditore è stato applicato il congelamento dei beni posseduti: non potrà dunque procedere alla cessione del club, la cui messa in vendita era stata annunciata la scorsa settimana. Il ministro dello sport Nadine Dorries ha poi confermato che «È sospesa anche qualsiasi attività di lucro per il club».

A Stamford Bridge potranno dunque entrare da ieri solamente i tifosi abbonati. Sono stati inoltre chiusi gli store del club. In una nota sul proprio sito, i Blues hanno confermato i provvedimenti, aggiungendo che: «Il governo del Regno Unito ha rilasciato una deroga, che consente alla squadra di scendere in campo». Secondo quanto riportato dai media inglesi al club è stato anche vietato di sottoscrivere nuovi contratti, bloccando di fatto il mercato e impedendo i rinnovi contrattuali di Rudiger, Christensen e Azpilicueta, in scadenza il prossimo 30 giugno. In giornata è arrivata anche la decisione di Tre, compagnia telefonica sponsor di maglia del Chelsea, che ha sospeso momentaneamente la partnership con la squadra. Un portavoce dell'azienda ha dichiarato: «Alla luce delle sanzioni abbiamo richiesto ala società di sospendere temporaneamente la nostra sponsorizzazione del club, inclusa la rimozione del nostro logo dalle maglie e intorno allo stadio». La stampa britannica fa sapere che eventuali acquirenti dovranno contrattare direttamente col Governo inglese. 

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