Roma Femminile

Roma ha vinto ancora

Il countdown è finito, è secondo trionfo consecutivo della squadra di Spugna. Un dominio assoluto e incontrastato durato una stagione intera, sempre in testa alla classifica

Le giallorosse esultano durante Roma-Juventus

Le giallorosse esultano durante Roma-Juventus (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
27 Aprile 2024 - 07:00

La Roma è campione d’Italia per la seconda volta consecutiva. Mancava soltanto l’aritmetica per stabilire ufficialmente quello che il campionato 2023-24 sta raccontando dall’inizio, ovvero che nel nostro Paese non esiste squadra in grado di contrastare la superiorità da ogni punto di vista delle giallorosse. Non è servito nemmeno terminare la seconda fase della Serie A, quella Poule Scudetto che teoricamente avrebbe dovuto alzare la competitività della Lega ma non ha fatto che confermare il dominio romanista, iniziato il 17 settembre scorso asfaltando per 4-2 il Milan in casa sua.


Innesti e certezze
Dopo il trionfo della passata stagione le giallorosse hanno salutato alcune artefici fondamentali dell’annata 2022-23 (tra cui Andressa, Wenninger e Haug), alzato il livello medio di esperienza e qualità internazionale con arrivi quali quelllo di Kumagai e Viens e confermato tante delle colonne che avevano lanciato la Roma in vetta al calcio italiano per la prima volta nella sua storia. Sin da subito però è stato chiaro come il mercato avesse fatto bene alla rosa di Spugna, aumentando il numero di soluzioni tattiche e il dislivello rispetto alle dirette contendenti. Valanghe di gol e vittorie roboanti, fino al 5 novembre quando è stato lanciato il primo, fortissimo segnale al campionato: a Biella la Roma ha surclassato e travolto per 3-1 la Juventus che era di Montemurro, relegandola a inseguitrice già dalle prime fasi della stagione. Nonostante il girone di Champions fosse ben più impegnativo della prima avventura, non c’è stato praticamente nulla a poter limitare l’incidenza romanista col passare delle sfide in campionato. Quando il calendario imponeva tanti impegni ravvicinati la squadra di Spugna ha trovato le forze per tenere il ritmo, ha tirato fuori la maturità delle campionesse che ha permesso di andare oltre la fatica senza mai esitare o lasciare speranze alle inseguitrici. C’è stato un solo momento di difficoltà nel corso della regular season, costato un singolo ko: a gennaio 2024 è arrivata la sconfitta in casa dell’Inter al culmine di un mese nero, ma è stato soltanto un inciampo in una corsa inarrestabile. A sugellare l’uscita dalle difficoltà è stato ancora una volta un successo sulla Juventus:  il 4 febbraio è finita 3-1 in un Tre Fontane stracolmo e l’ormai chiara sensazione che il destino del tricolore fossero completamente in mano alla squadra di Spugna. Da lì è ripresa la discesa, tra successi di forze e altri di cuore ma sempre e solo successi. A marzo è iniziata la Poule Scudetto, col vantaggio sulla seconda già a quota 8 punti e il canovaccio non è cambiato: 3-0 al Sassuolo, 2-1 a Milano all’Inter e 2-1 alla Juve fino al primo match point fallito pareggiando per 0-0 con la Fiorentina a Firenze lo scorso sabato, ma era solo questione di tempo. Ieri la Juventus ha perso in casa contro l’Inter e lo Scudetto si è cucito anche aritmeticamente a doppio filo sul petto delle romaniste, che hanno seguito la sfida tutte insieme e festeggiato il trionfo a casa di Giugliano. In serata poi tantissimi messaggi di congratulazioni, anche da Dybala e altri giocatori della Roma di De Rossi.

Non c’è mai stata partita
Ceasar, Di Guglielmo, Linari, Minami e Bartoli, Giugliano, Kumagai e Greggi, Viens, Giacinti, Haavi. E poi ancora, Valdezate, Feiersinger, Pilgrim, Glionna, Troelsgaard e Aigbogun fino a Ohrstrom, Tomaselli, Kramzar, Korpela, Sønstevold e Ciccotti. Tutte campionesse, guidate da Spugna e il suo staff, oltre all’eccellente gestione di Bavagnoli e al superbo lavoro del ds Migliorati, fattori che hanno condotto a un meritatissimo successo, una conferma di superiorità totale e duratura. Non c’è mai stata partita. La palma della migliore va a Giugliano, a Linari quella della risorsa a sopresa e a Pilgrim quella del talento che guarda al futuro. Lo Scudetto invece va a tutte loro, va di nuovo alla Roma, semplicemente la più forte squadra d’Italia.

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