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De Rossi, l'Ostiamare e quel playout seguito al telefono prima di Roma-Juve

Giovanili. Sette anni, dal 1988 al 1995. I playout di Serie D seguiti sul pullman per l'Olimpico prima di Roma-Juve. Il dg: «Lo vogliamo qui per una festa»

23 Maggio 2019 - 11:06

"So de Ostia e tifo Ostia". Il 12 maggio, intorno alle 18, De Rossi è nel pullman che sta portando la Roma all'Olimpico per affrontare la Juventus. Il 12 maggio, alla stessa ora, l'Ostiamare è in campo per giocarsi il play-out di Serie D contro l'Anagni. I viola si salvano all'ultimo respiro: «La partita era a porte chiuse e allora noi l'abbiamo trasmessa in diretta su Facebook. L'hanno vista in tantissimi - dice il dg del club Luigi Baioni - e tra quelli c'era anche Daniele, dal pullman con il telefonino. Alla fine mi ha mandato la foto con quella scritta». Il Capitano ha tirato i suoi primi calci con l'Ostiamare: «Lui è venuto qui da bambino ed è andato via solo quando lo ha chiamato la Roma».

Sette anni di settore giovanile dal 1988 al 1995 per creare un legame indissolubile: sul parastinco del sedici c'è lo stemma della squadra lidense, ma c'è anche di più. «Io so per certo che alcune volte è venuto a vedere le nostre partite, in incognito per non farsi notare. Lo abbiamo visto crescere e non si è mai dimenticato di noi». Tra la famiglia di De Rossi e il dg Baioni ci sono tanti anni di calcio insieme: «Ho giocato insieme a Alberto e abbiamo visto suo figlio diventare il campione che è diventato insieme». Nell'ufficio di Baioni, sopra alla sua scrivania c'è proprio una maglia con il numero 16 incorniciata e appesa al muro (con tanto di dedica e autografo): «Non abbiamo capito e non condividiamo la scelta della società, ma quando abbiamo saputo volevamo organizzargli qualcosa di particolare. "Verrò appena sarà possibile. Ringrazia tantissimo tutti", ci ha detto. Daniele è uno di casa».

Oltre al giallorosso, c'è il viola dell'Ostiamare: è arrivato da ragazzino e torna ancora da campione. Ne parlano tutti bene poi, perché il campione è rimasto ragazzino. «Io l'ho incontrato una volta sola - ci ha detto il presidente Luigi Lardone - era durante i Mondiali del 2010. L'Italia doveva giocare la partita contro la Nuova Zelanda e io ho avuto modo solo di caricarlo, di dirgli che tutta l'Ostiamare era con lui. Era la verità ed è sempre così». «Sono qui da sedici anni, proprio come il suo numero di maglia, e ogni anno ci sono bambini che arrivano qui con il sogno di diventare il nuovo De Rossi. A oggi però, manca ancora uno della sua grandezza». All'Ostiamare giocheranno un altro anno di Serie D dopo la gara che anche Daniele ha seguito, intanto però pensano al futuro ritorno: «Io ho un sogno. Dopo la fine della sua carriera mi piacerebbe, e piacerebbe a tutta Ostia, che da lui partisse un percorso per portare questa società nel calcio professionistico».

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