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Delvecchio: "Io un romano nato a Milano. Il derby? Una parte importante nella mia carriera"

Parla a Idealista l'ex attaccante della Roma: "La città e la gente mi hanno fatto sentire subito al centro. Contro la Lazio ero spensierato e davo il meglio di me"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
24 Giugno 2025 - 10:13

Prosegue la serie di interviste in collaborazione tra Idealista e la Roma. Stavolta è il turno di Marco Delvecchio, che ha raccontato le sue sensazioni riguardo la maglia giallorossa e la Capitale. Ecco le sue parole.

Ti sei definito un 'romano nato a Milano', come mai senti una connessione così forte con la città?

"Mi sento un romano nato a Milano perché, sin da quando sono arrivato qui, la città e la gente mi ha fatto sentire subito importante. Io a Milano era il giovane cresciuto nelle giovanili dell'Inter, ero considerato sempre la “promessa”. Invece, quando sono arrivato a Roma, sin dai primi periodi, mi sentivo un giocatore come tutti gli altri, non il giovanotto che forse doveva esplodere, ma mi sono sentito subito integrato con la squadra, con la città e con la gente".

Un affetto, il tuo, ricambiato dai tifosi della Roma, anche per via di quei nove gol nei derby. Qual era il tuo segreto quando arrivava la stracittadina?

"Il derby è stata sicuramente una parte importante della mia carriera a Roma. Conoscevo l'importanza di questa partita, però la vivevo anche con la leggerezza giusta, riuscivo a dare il meglio perché entravo in campo concentrato, ma non con la pressione e la tensione che si viveva in tutta la città già da un mese prima e che, magari, altri miei compagni che sono nati cresciuti qua sentivano in particolar modo. Quindi questo modo un po’ incosciente di vivere la partita faceva sì che potessi rendere al meglio. E così è successo che ho fatto tutti questi gol".

Oltre al fiuto per il gol, hai dimostrato anche di avere quello per gli affari. Quando e come hai iniziato a investire nel settore immobiliare?

"Ho iniziato a investire nel settore immobiliare perché mio papà, fin da quando ho iniziato ad affacciarmi al calcio professionistico a Milano con l'Inter, mi ha sempre indirizzato a investire nel modo giusto i soldi che avrei guadagnato di lì in futuro. Già con i miei primi risparmi, mi fece comprare un appartamento a Milano, vicino a dove abitavano i miei genitori. Da lì mi è scattata quella che definirei una vera e propria passione".

Visto che sei davvero un esperto, puoi fornirci la tua fotografia del mercato immobiliare in questo momento?

"Il mercato immobiliare, se andiamo a guardare tutte le capitali europee, è un mercato che ha prezzi veramente alti in questo momento e forse l'unica città che non si è ancora adeguata al mercato europeo è Roma. A Roma si riesce a trovare in centro ancora qualche affare, cosa che in città come Milano e Parigi è impensabile, perché i prezzi sono già alti, si sono già adeguati allo standard europeo. Le opzioni sono sempre due, a seconda se si cerca l'appartamento come investimento o se si opta per l'appartamento come casa propria. Io per un appartamento da abitare spenderei qualsiasi cifra se so che è la casa della vita. Anche se sono venti anni che dico che è la casa della vita e poi non e non lo è mai, anche perché mi piace cambiare, dopo un po’ mi stanco. Per questo, quindi, è sempre importante considerare le potenzialità di una eventuale rivendita. Una volta un agente pachistano mi disse “tu quando compri una casa devi guardare tre cose: location, location, location”. Quindi, secondo me, la posizione di un immobile è fondamentale, deve essere vicino a una piazza importante o a un monumento importante, nella zona centrale della città".

Che consiglieresti daresti a chi vuole iniziare a investire nell'immobiliare?

"Come già detto, consiglierei di guardare la posizione della casa da acquistare. Anche se si compra in periferia, che sia una buona posizione. I servizi sono un aspetto che guardo con attenzione quando compro casa, non voglio prendere la macchina per poter sopravvivere. Io la macchina meno la prendo e meglio è. Quindi bisognerebbe sempre puntare su una casa che sia vicino ai servizi fondamentali. E poi la luminosità. La luminosità penso che sia una cosa importante per la casa che viene considerata come quella della vita".

Qual è la casa a cui sei rimasto più legato?

"È una casa che è sempre qua in centro. Era una casa bellissima che ho dovuto vendere, non perché non mi piacesse più o perché mi ero stancato, ma perché ho preso decisioni di vita diverse, sono andato a vivere fuori dall'Italia. Era un palazzetto cielo terra al Vaticano, con una terrazza spettacolare sul Cupolone, a dieci metri da piazza del Colonnato. Dieci metri esatti. Uscivo di casa, dieci metri e mi ritrovavo in mezzo a San Pietro. Era una casa bellissima, sia per come era fatta, perché era un loft con grandissimi spazi, 400 metri quadrati, tutto aperto, e anche perché la zona era bellissima. Borgo Pio è una zona di Roma che all'epoca per me era sconosciuta, ma che imparai ad amare in fretta. Di giorno è pieno di turisti, di pellegrini, con tanti ristorantini e casette colorate. Poi la sera c’è grande tranquillità".

Ti sei spostato un po’ ma continui a vivere in centro quando sei a Roma.

"Sì, oggi siamo in una delle mie case, a due passi da Campo dei Fiori, una zona che ho scoperto ultimamente, perché diciamo che inizialmente ero più orientato sull’area del Colosseo e Piazza Venezia, in zona Monti. Poi una ragazza con cui collaboravo per la gestione di case vacanza mi ha detto che la Roma più bella è quella di Piazza Navona, Pantheon, Campo de’ Fiori, la Roma storica. Non la conoscevo bene, ma alla fine mi sono spostato in questa zona, aveva ragione. Siamo a due passi a Campo de’ Fiori, una piazza in cui c'è vita sempre. La mattina c'è il mercato, il pomeriggio ci sono tutti i baretti, ristorantini, si possono guardare le partite se uno non ha l'abbonamento a casa. La zona è centralissima, attraversi la strada e sei subito a Piazza Navona. In  5 minuti si arriva al Pantheon e in 10 minuti sei al Vaticano. Ci sono tutti i servizi vicini, la cosa che mi piace tanto di Roma è che, vivendola in centro, non prendo mai la macchina, non ce l’ho neanche la macchina a Roma, quindi se devo andare da una parte all'altra di Roma mi sposto a piedi all'aria aperta e non impazzisco nel traffico, non impreco contro nessuno. Me la vivo molto bene".

Ti è capitato di affittare casa anche ai tuoi colleghi? 

"Mi è capitato di affittare casa a miei colleghi, anche allenatori passati da Roma e ci sono stati tra loro buoni inquilini, altri meno. Alcuni molto premurosi come piacciono a me, che trattavano la casa come se fosse loro, portando anche rispetto del fatto che non fosse loro e invece altre persone che trattavano la casa come se fosse un parco giochi. Diciamo, quindi, che non ho avuto sempre una bellissima esperienza, però dipende anche dall'educazione che uno riceve e da come si comporta".

Cosa non può mancare nella casa di un calciatore?

"Ti direi una cosa pazza, io in tutte le case che ho avuto qui a Roma, avevo una sala cinema, cioè proprio con le poltrone da cinema e con lo schermo grande. Mi piaceva ritirarmi in quella sala per guardare i film, per guardare le partite in santa pace col dolby surround. Ma riconosco che questa è una mia pazzia. Io penso che la maggior parte dei calciatori voglia una casa con tanti spazi, un bel giardino e una piscina, sempre se sono una città che lo permette. E Roma lo permette".

 

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