Il racconto della stagione di Ndicka: Evan a tempo pieno
Un’assenza in Europa, poi sempre in campo. In campionato disputa ogni singolo minuto. Rendimento costante e leader silenzioso, tutti contano sull’ivoriano. Una delle certezze della rosa

(GETTY IMAGES)
Onnipresente e instancabile. La seconda stagione romanista di Evan Ndicka si può riassumere in un termine: garanzia. Dopo il primo anno in Italia sotto la guida prima di Mourinho e poi di De Rossi, il centrale ivoriano trascorre un’altra annata particolarmente tormentata, non a livello personale, quanto per i cambi in panchina vissuti anche in questa stagione. Prima il prematuro addio di DDR, poi la breve e nefasta esperienza con Juric e infine la cavalcata con Ranieri. Tre diversi allenatori nell’arco di pochi mesi, ma il rendimento e la disponibilità di Evan sono – quasi – sempre una costante.
Il numero 3 parte da centrale di sinistra nel sistema a 3, sua posizione naturale anche negli anni in Germania con la maglia dell’Eintracht Francoforte; tuttavia, l’avvento di Juric scombussola i piani: il tecnico croato sposta Ndicka al centro della difesa, da leader del blocco difensivo, con Angeliño centrale di sinistra e Mancini stabilmente a destra. E proprio quei 53 giorni, sotto la guida dell’attuale tecnico dell’Atalanta, rappresentano il periodo più difficile per Evan. Non solo a causa dei risultati da incubo raccolti da tutta la squadra, ma anche e soprattutto per quel cambio di rotta in difesa che il centrale nato a Parigi ha faticato a seguire e mettere in pratica da guida vera e propria del blocco. A testimoniarlo anche i voti de Il Romanista che, tra fine settembre e inizio novembre, oscillano su una media poco più alta del 5,5.
Poi la risalita, il ritorno alle origini e alla normalità. E di conseguenza il rendimento torna a brillare, fino a diventare una certezza. Non solo a livello di condizione e di presenza in campo. Da centrale di sinistra, Evan dà sempre l’impressione di sentirsi più sicuro e più padrone: i risultati non tardano ad arrivare, visto il 2025 semplicemente stratosferico della Roma sotto la guida di Ranieri e in particolar modo di tutto il reparto difensivo giallorosso. Nelle ultime 15 giornate di campionato la squadra subisce solo 6 gol, incontrando nel proibitivo finale di stagione quasi tutte le dirette concorrenti per la zona Europea: Juventus, Lazio, Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan.
Un risultato straordinario, che presenta una particolarità: Ndicka è sempre in campo, non manca mai. Sì, perché come il compagno di reparto Mile Svilar, Evan salta una sola sfida in stagione. Assente contro l’Union Saint Gilloise in Europa League, poi, ogni singolo minuto sudato e trascorso in campo. In Serie A, sono 3.420 (recuperi esclusi) i minuti spesi dal centrale. Tutti i possibili e immaginabili. Un record che lo sancisce come il primo calciatore di movimento nella storia della Roma a disputare tutti i minuti del campionato da quando la Serie A è composta da 20 squadre, superando Aldair (che nel 1999/00 aveva giocato ogni singolo minuto, ma di un campionato che era ancora a 18 squadre, e dunque raccogliendo 3.060’ più recupero).
Leader silenzioso, (quasi)sempre lucido e composto, vero stacanovista. Un adattamento ormai ultimato dopo il primo anno nella Capitale che lascia spazio a una ben consolidata coscienza di sé e dei propri mezzi. Tra le tante note di merito della stagione del numero 3, c’è anche il primo e unico – al momento – gol con la maglia della Roma. Una rete che arriva in una notte europea, la sera del pareggio a Londra contro il Tottenham (che poi vincerà la coppa) e che, probabilmente, risveglia e lancia definitivamente una stagione fin a quel momento da incubo. Anche lì, Evan, si fa trovare pronto. Sempre e comunque.
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