AS Roma

Errore che vieni, errore che vai

Un’altra stagione travagliata per la Roma. Cambio di policy dopo DDR. Ranieri meno cauto del solito

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
03 Giugno 2025 - 07:00

Quelli che pensavano che con l’uscita di Mourinho dalla Roma e dal calcio italiano sarebbe tornato il sereno tra la squadra giallorossa e gli arbitri sono rimasti delusi. La storia come sempre dà torto e dà ragione, se è vero che già nella fine della scorsa stagione il subentrante Daniele De Rossi aveva avuto a che ridire su alcune linee ondivaghe dei direttori di gara e sull’applicazione del famigerato protocollo Var. E proprio DDR, che ha solamente iniziato la stagione 2024-25 sulla panchina della Roma, è stato il primo a subire due evidenti torti nelle prime tre partite di campionato che hanno contribuito al suo esonero nel settembre scorso. 

In Roma-Empoli, alla seconda di campionato, infatti, l’arbitro Zufferli non concede un rigore abbastanza evidente per una trattenuta su Shomurodov nei minuti finali e il Var Aureliano da Lissone non lo richiama. Poi in Genoa-Roma, sul finale DDR finirà espulso, l’incredibile rigore su Dybala non assegnato dall’arbitro Giua (che non vede nemmeno il fallo su Pellegrini da cui scaturisce il pari dei rossoblù nel recupero del secondo tempo). Anche qui, silenzio al Var. Si ipotizza, in seguito, qualche problema di comunicazione radio. Il dado è tratto, però, e il club manda via De Rossi.

Tocca a Juric, dal 18 settembre: il croato si presenta in una veste diversa nella Capitale. Da incendiario in provincia si veste da pompiere. Ma non certo da ingenuo: rileva anche lui il disastro arbitrale di Monza, dove viene frenato un buon trend in iniziale. Pestone e calcio di Kyriakopoulos a Baldanzi. La Penna vede una cosa per un’altra (lo spiega direttamente lui ai giocatori in campo) e Aureliano in dieci secondi stacca le immagini del Var, convinto fin da subito che non ci sia niente. L’Aia porta il caso a Open Var e fa ascoltare gli audio, mentre a fine gara il ds Ghisolfi porta il suo je accuse (in francese) in tv: cambia la policy del club sugli arbitri? Non ancora.

Ci vuole la partita di Verona per toccare l’apice oltre che per l’escalation: in una gara folle anche dal punto di vista tecnico, è irregolare il gol del secondo vantaggio dei gialloblù di Magnani. L’arbitro Marcenaro non vede falli, il Var non interviene: a Lissone  Pairetto e Maresca, che hanno a disposizione tutte le telecamere, richiedono immagini che non chiariscono sulla gomitata del veronese a Ndicka (che resta a terra più di due minuti). Si va avanti con la rete convalidata. L’Aia decide di non diffondere gli audio (a tutt’oggi non resi pubblici) e si alza anche un polverone con la redazione di Dazn, che aveva richiesto di parlare dell’episodio.

Una settimana dopo Juric viene esonerato dopo la sconfitta nella gara casalinga col Bologna e durante la sosta per le nazionali la Roma richiama Ranieri, al suo terzo mandato da allenatore. Un mese esatto dopo i fatti di Verona e con il tecnico testaccino già in sella, i Friedkin decidono per bocca di Florent Ghisolfi di cambiare strategia sugli arbitraggi. Il ds parla al Corriere dello Sport di un dossier di sette episodi arbitrali - nei quali per altro si sottolinea come il Var sia stato silente davanti a fatti oggettivi - che hanno condizionato la stagione della Roma. Addirittura il dirigente francese riparla (fuori tempo massimo) di Budapest. Ranieri, però, dopo pochi giorni in conferenza stampa “normalizza” e ri-getta acqua sul fuoco un po’ a sorpresa. 

Il 2025 si apre con la notevole - a sorpresa - direzione del derby da parte di Pairetto (che sostituisce l’infortunato Guida). Col Genoa è la squadra giallorossa a “salvare” il disattento Zufferli e il Var Di Bello: nella ripresa negati due rigori agli uomini di Ranieri che si fanno giustizia da soli dopo un minuto: mani di Sabelli e fallo su El Shaarawy prima dei due gol. Tutto sommato, però, febbraio e marzo scorrono senza particolari problemi o polemiche. La squadra di Ranieri, non a caso, fa filotto, o quasi: è la lunga serie dei 19 risultati utili consecutivi. Anzi, a Lecce si lamenta la squadra di casa per il gol di Dovbyk dopo un corpo a corpo con Baschirotto e in Inter-Roma c’è il caso Nidcka-Bisseck - con il rigore non concesso ai nerazzurri su cui Rocchi dopo un mese torna a parlare a Open Var «per evitare speculazioni». Era rigore per l’Aia, non per arbitro e Var e non in molti altri casi di trattenute vicendevoli simili. 

Per tornare a bisticciare con gli arbitri, quindi, bisogna arrivare alla fase calda. Quando contano i punti per i piazzamenti da milioni di euro. Atalanta-Roma fa discutere e fa arrabbiare molto Claudio Ranieri. L’episodio è sull’1-1 in area di rigore dei bergamaschi: Koné viene toccato da Pasalic in area, Sozza concede il rigore e il Var Abisso gli mostra un’immagine parziale (quella finale in cui le gambe non si toccano), “bollando” come leggero il tocco precedente di ginocchio. E glielo fa revocare. Ranieri chiede chiarezza sul protocollo Var che stavolta, a differenza di altre, interviene su un contatto giudicato dall’arbitro di campo. Rocchi nei salotti tv, dopo una settimana, si schiera con Abisso ma non risponde a Ranieri, non spiega cioè perché il Var ha condizionato l’arbitro sull’entità del tocco e soprattutto perché in questo caso non è rimasta la decisione presa sul rettangolo di gioco.

L’Europa amara

La musica non è molto diversa in Europa, almeno nelle gare decisive. Col Porto in trasferta, nei playoff di Europa League, Ranieri critica in maniera eclatante la direzione del tedesco Stieler (la Roma - che ha evidentemente “raddrizzato la sua policy sul tema anche in campo internazionale - scrive anche all’Uefa per avere chiarimenti anche sull’atteggiamento riservato alla panchina giallorossa dal direttore di gara), reo di una gestione dei cartellini abbastanza inquietante. Ma non sa ancora che a Bilbao, nel ritorno degli ottavi, incontrerà Turpin. Il francese al San Mamès espelle Hummels dopo pochi minuti per un fallo in una chiara occasione da rete del tutto opinabile e la Roma, costretta all’inferiorità  numerica per tutta la gara, viene rimontata e chiude il suo sogno europeo. Ranieri inizialmente “assolve” Turpin, ma poi alla prima conferenza stampa coglie l’occasione per rivedere la sua posizione: l’espulsione del tedesco è come minimo affrettata e non risponde a tutti i criteri previsti per il rosso

Rosso, come il bilancio della Roma coi fischietti, nella stagione appena conclusa.

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