AS Roma

VIDEO - De Rossi: "C'è un lavoro importante da fare. Ho bisogno del sostegno dei tifosi"

Le dichiarazioni del nuovo allenatore giallorosso: "Penso ci siano grandi margini per risalire in classifica. Il rapporto tra tifoseria e squadra è unico"

Daniele De Rossi

Daniele De Rossi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
17 Gennaio 2024 - 18:18

Parla per la prima volta da allenatore della Roma Daniele De Rossi. Ai canali ufficiali del club il tecnico giallorosso ha rilasciato delle dichiarazioni dopo aver sostituito in panchina l'ormai ex José Mourinho. De Rossi è già concentrato per la sfida di sabato contro l'Hellas Verona, in programma alle ore 18 allo Stadio Olimpico. Di seguito le sue dichiarazioni. 

Bentornato a Trigoria Mister, quali sono le sue prime sensazioni?
“Stupore perché facevo fatica a riconoscere le strade e le rotonde in dei posti che ho visto per 18 anni consecutivamente. Emozione, perché vedevo tanti luoghi e facce che hanno condiviso con me una bellissima parte della mia vita e consapevolezza perché che c’è un lavoro importante da fare e non possiamo stare qui a guardarci intorno e a guardare com’è cambiata la situazione”.

La reazione alla chiamata della proprietà?
"Stupore, eccitazione, agitazione lì per lì. Quando mi hanno chiamato sapevo che poteva succedere qualcosa e ti rendi subito disponibile per incontrarli, parlarci e per fargli capire un discorso che forse è durato massimo dieci minuti".

Lei ha accettato un incarico di sei mesi, questo significa che vuole mettersi in gioco senza alcun paracadute ,quindi crede nella possibilità di lavorare bene con questa squadra?
“Sono stra convinto che non abbiamo né io, né la squadra bisogno di paracaduti, la squadra la ritengo una squadra forte, è una squadra con dei giocatori molto importanti, capita anche alle squadre migliori di avere dei momenti di difficoltà, mi è capitato un passato, capiterà in futuro, può capitare adesso d'ora in poi ad altre squadre, quindi non dovremmo essere bravi bravi ad approfittarne. Penso che ci siano tutti i margini per risalire quindi non avevo bisogno di paracaduti, ma solo di questa grandissima opportunità”.

Ultima volta da capitano, oggi da allenatore. Come è stato il ritorno in campo?
"Non allenavo da parecchio tempo. Si dice che è come andare in bicicletta, anche se poi l'ho fatto per pochi mesi. E' stato semplice, non l'abbiamo preparato come avremmo voluto, perché sono stato impegnato a compiere tutte vicende burocratiche che tecniche. E' stato tutto molto veloce, domani inizieremo a fare qualcosa di più interessante".

Come ha trovato Trigoria?
"Trigoria è stata lo shock, forse, più grande. Ho trovato un posto dove a volte faccio fatica a rendermi conto. 'Ah, ma qui è stato il posto dove ho fatto quella cosa lì?'. Completamente trasformata, in meglio. Pochi mesi fa guardavo la presentazione del centro sportivo della Fiorentina, che non ci sono mai stato ma mi dicono che sia qualcosa di pazzesco, e pensavo quanto può essere importanto un centro sportivo del genere. Entrando qua dentro mi rendo conto di quanto sia incredibile. Sono quasi invidioso per gli anni in cui non ho vestito questa maglia, perché stare dentro in questo posto in queste condizioni, adesso mi rendo conto che forse c'è mancato. Io all'epoca stavo benissimo, ora forse abbiamo più di quello di cui abbiamo bisogno". 

Che emozione sarà ritornare allo Stadio Olimpico?
“Sarà emozionante, sono tornato mille volte ma sempre da tifoso, da appassionato, da osservatore, nel periodo in cui ero in nazionale mi mandavano a fare le relazioni sui nostri italiani, sono tornato con la nazionale da collaboratore, abbiamo fatto allenamento, abbiamo fatto tre partite durante l'europeo. Penso però di poter dire che non sarà la stessa cosa, è un ruolo completamente diverso, la responsabilità diversa e soprattutto stando qui, venendo allo stadio da tifoso mi sono reso conto che al di là dei risultati, al di là del momento di classifica, di un momento di forma della squadra lo stadio era in modalità Roma-Barcellona, che capitava all'epoca una volta ogni tanto, quindi sarà emozionante e anche per questo spero che continui e continueremo questo trend”.

C’è qualcosa che vuole dire ai tifosi della Roma?
“Non lo so, sarebbero mille cose, quando quando sono stato fuori dalla Roma non sono mai stato uno che metteva troppo il becco perché non mi piace stare in mezzo, non mi piace disturbare, adesso posso permettermi di nuovo di parlare non solo da leggenda, ma da membro della Roma, quindi più dirgli che dir loro che abbiamo bisogno di loro come ai vecchi tempi non posso fare”.

Quindi il vento soffia ancora?
“Non ha mai smesso di soffiare. Vivere le serate di Europa League l'anno scorso, di Conference quando sono venuto allo stadio mi ha fatto rendere conto che si sta ricreando qualcosa di speciale nel rapporto tra la squadra e la tifoseria. Penso che i momenti negativi possono capitare e penso che una città come questa e una squadra come questa possa tirarsi fuori più velocemente dei momenti così così se a questo tipo di amore che abbiamo sempre sentito c’è una massa con questa forza che che vedono gli ultimi anni che può veramente darci una spinta grande”.

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