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A san siro

Il riscatto è d'obbligo per ripartire

Domani si chiude il ciclo di big match. Serve la reazione, per non perdere il treno Champions

Mourinho durante un allenamento della Roma

Mourinho durante un allenamento della Roma (GETTY IMAGES)

13 Gennaio 2024 - 07:00

La rabbia dei tifosi - con tanto di striscione fuori Trigoria -, la furia di Dan Friedkin e l’amarezza del primo obiettivo stagionale che sfuma a gennaio, appesantita dal contemporaneo derby perso senza segnare neanche un gol per la quarta volta consecutiva. A tutto questo, elencato in doveroso ordine d’importanza, è chiamata a rispondere la Roma sul campo, a partire da domani sera, quando a San Siro, contro il Milan, partirà il girone di ritorno dei giallorossi. Un match complicato, per la forza dell’avversario - seppur reduci anche loro dall’eliminazione in Coppa Italia, i rossoneri sono comunque saldamente terzi in classifica - e per le condizioni fisiche con le quali arriva la Roma.

Mourinho saprà soltanto questa mattina se potrà puntare o meno su Dybala - al massimo in panchina -, mentre ha già salutato Azmoun, partito per il Qatar, dove in queste settimane scenderà in campo con la maglia del suo Iran per la Coppa d’Asia. A loro vanno aggiunte le assenze dei vari Ndicka, Aouar e Renato Sanches, oltre ai lungodegenti Smalling e Abraham, senza contare il fatto che tanti di quelli a disposizione sono ormai in riserva.

Dove non arriveranno le gambe però, dovrà arrivare la grinta e lo spirito di sacrificio. Una squadra che, nei due anni e mezzo di gestione Mourinho, ha già dimostrato tante volte di riuscire ad andare oltre i suoi limiti, è chiamata a gettare il cuore oltre l’ostacolo, reagendo con la testa prima, con muscoli e tecnica poi.

La fine del tour
Spesso un derby, soprattutto a Roma, ha il potere di spostare i giudizi sul percorso di una delle due squadre. Provando però a fare un difficile esercizio di memoria e tornando al giorno dopo Roma-Atalanta 1-1, le considerazioni che venivano fatte su Mourinho e i suoi erano tutte - o quasi - piuttosto positive. Con più o meno la stessa situazione d’emergenza di cui sopra, infatti, i giallorossi erano usciti a testa alta da un ciclo infernale di scontri diretti a cavallo delle feste. La convincente vittoria contro il Napoli, prima della sconfitta - immeritata e di misura - a Torino e il pareggio con tanti rammarichi contro Gasperini e i suoi. Per carità, nulla di straordinario, ma certamente un buon cammino, per una formazione che storicamente soffre i big match e che invece, per la prima volta nei tre anni di Mou, era riuscita ad imporsi sul piano del gioco.

A rovinare il tutto ci ha pensato un derby perso e giocato male, che ha acceso la rabbia di club e tifosi, gettando ombre sul futuro. Nel calcio, però, gli umori dipendono solo e soltanto dai risultati, ecco perché una reazione d’orgoglio a Milano, magari accompagnata da dei punti, potrebbe di colpo far intravedere di nuovo un timido sole dietro il grigio di queste ore sopra Trigoria.

Anche perché quella di San Siro appare come l’ultima fatica - anche se definirla così a metà gennaio può apparire esagerato -, prima di un calendario di nuovo in discesa in quanto a impegni e distanza tra le gare. Contro il Milan, come detto, la Roma chiuderà questo tour de force, dando l’arrivederci agli scontri diretti al 10 febbraio, quando all’Olimpico si presenterà l’Inter di Inzaghi. In mezzo, Verona, Salernitana - a Salerno - e Cagliari, distanziate l’una dall’altra da una settimana, con tempo prezioso al lavoro e al recupero di energie. Gli impegni infrasettimanali torneranno con la doppia sfida al Feyenoord - 15 e 22 febbraio.
Nella speranza, nel frattempo, di riuscire a ricevere un aiuto dal mercato, per poi riaccogliere i tre nazionali e, chissà, qualche lungodegente sul quale si era puntato in estate costruendo la rosa. Per prima cosa però c’è da rialzarsi a San Siro. Obbligo di riscatto. Forza Roma.

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