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La pellicola

"Maledetta primavera": storie di sogni e riscatto

Un corto celebra un anno dal professionismo nel calcio femminile con una storia a tinte giallorosse tra sport, inclusione e passione oltre ogni luogo comune

Bruna, la protagonista del corto, con la maglia di Falcao. Nella pellicola è interpretata da Keira Cherubini Fabiani

Bruna, la protagonista del corto, con la maglia di Falcao. Nella pellicola è interpretata da Keira Cherubini Fabiani

01 Luglio 2023 - 12:01

Raccontare con un cortometraggio quello che per tanto tempo è stato solo un sogno ed esattamente è diventato realtà. Esattamente un anno fa veniva ufficializzato il professionismo per il calcio femminile in Italia, un passo per cui tante donne e calciatrici hanno lottato per decenni, tante hanno vissuto in un Paese di pregiudizi che impediva alle bambine di inseguire i loro sogni se questi comprendessero il correre dietro a un pallone. Proprio questo è il tema di «Maledetta primavera», un cortometraggio scritto da Valerio Molinaro e Daniele Frontoni che ne cura la regia, è prodotto da PMR Studio di Adriano Covello e Jet Lag Productions rappresentata da Vanessa Bikindou e Valeria Altobelli, con il patrocinio di CONI e Mission Onlus e tra gli altri, Premio Minerva Anna Maria Mammoliti, Artisti 7607 e la realtà calcistica SS Romulea Femminile.

Una storia di calcio, di sogni, riscatto e inclusione, una storia di una madre e una figlia ambientata negli Anni 80 legata anche ai colori giallorossi della Roma. Il corto sarà pubblicato in autunno per essere mostrato nei festival ma intanto è uscito un “teaser” che ne anticipa i messaggi e la storia densa di significati e serve anche a lanciare una compagna di crowdfunding con la Mission Onlus da sempre attenta al tema della parità di genere e che devolverà la metà dei fondi raccolti in borse di studio al vivaio femminile della SS Romulea. Valeria Altobelli, presidente e fondatrice della Mission Onlus è coinvolta in prima persona come produttrice, attrice e autrice della canzone “Un sogno non mi basta”, colonna sonora del corto. «Dovevo solo essere madrina del progetto - ci ha detto Altobelli - ma appena ne ho intuito la bontà mi ci sono inserita a pieno anche perché è vicino a ciò per cui ho sempre combattuto. Allora ho voluto coinvolgere tante persone a me vicine come Marco Delvecchio e Silvia Salis (vicepresidente del Coni ndr.) che a loro volta si sono appassionati al messaggio e all’idea in gioco. La storia del corto è qualcosa che fa pensare: il fatto che il professionismo dalle donne sia stato raggiunto soltanto un anno fa è triste, ma resta comunque un passo davvero importante e fa bene sperare per il futuro». La possibilità di avere un idolo femminile anche per le ragazze, un tema che spesso le calciatrici come il capitano della Roma Femminile Bartoli sottolineano come uno dei grandi successi ottenuti negli ultimi anni, e anche Valeria Altobelli ha riconosciuto i tratti di questo fattore nel cortometraggio: «Quando si inizia a parlare di qualcosa, a raccontarlo, si libera anche chi invece non riesce ad esprimersi. La Roma in questo ha dato un esempio straordinario, le stimo da morire e le loro storie mi affascinano. I risultati delle loro lotte  per tante possono  rappresentare la possibilità di credere in qualcosa che per tante donne prima era vietato. Riconoscersi in un corto come questo renderà “normale” anche voler diventare una calciatrice, e renderà più libere di seguire la loro strada in una metafora della vita che è lo sport. La Roma e le calciatrici hanno capito cosa significa fare squadra, lottare per un obiettivo comune: prima o poi la Figc si accorgerà di avere in mano un diamante grezzo da lucidare e la gente continuerà ad appassionarsi. La loro realtà, con tanto sforzo, sta quasi superando la fantasia, c’è tanto da lottare ma il bello è anche questo, dover scalare l’Everest ma avere la forza e la voglia di farlo. Penso che anche nel film sia raccontato bene questo messaggio».

«Abbiamo voluto omaggiare l’epocale arrivo del professionismo con una storia semplice - hanno dichiarato gli autori del corto - di un tempo che cambia per includere tutti. E farlo attraverso il calcio femminile oggi non più amatoriale, ci è sembrato un atto dovuto. Per tutte quelle bambine a cui veniva detto che non potevano giocare». Tanti i personaggi coinvolti nella produzione dell’opera (tra cui diversi romanisti quali Vincent Candela, Davide Moscardelli e Marco Delvecchio), la cui uscita sarà accompagnata anche da contenuti speciali e interviste a protagonisti del pallone come Carolina Morace, tra le pioniere del calcio femminile, Walter Sabatini e l’ex calciatore Diego Perotti. Tra i partner anche Juri Roazzi e Giulia Segatore di 16Birra (il primo è intervenuto ieri per raccontare il progetto ai microfoni di Radio Romanista), il progetto “Allenarsi per il futuro” di Bosch e Randstad. Tra le donne di spicco che hanno preso parte al corto c’è anche l’arbitro Manuela Nicolosi in partenza per il Mondiale femminile in Australia e Nuova Zelanda, che nella pellicola arbitra la partita chiave della storia e che è stata da sempre abituata a lottare contro i pregiudizi e i luoghi comuni. «Negli ultimi anni - ci ha detto - abbiamo visto un progressivo aumento dell’inclusione delle donne nel mondo del calcio e dell’arbitraggio in particolare. Tuttavia il lavoro da fare è ancora tanto, conta diffondere la consapevolezza e l’educazione ed è uno sforzo che merita e richiede l’impegno di tutti».

«Maledetta primavera» racconta la storia di Bruna che negli Anni 80 era costretta a giocare da sola con la maglia numero 5 della sua Roma ma che non poteva sognare di andare oltre e di sua figlia Carolina che oggi, con la sua stessa passione, di calcio può viverci e diventare un idolo di tante altre bambine ancora che raccolgono i frutti di una lotta appena cominciata. Sogni e realtà, difficoltà e riscatto, il professionismo nel calcio femminile come punto d’arrivo e trampolino per il futuro.

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