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Il profilo

Belotti: il Gallo che fa l’ariete, tra gol e sacrificio

Conterraneo di Vierchowod, è il terzo miglior bomber italiano in attività in A. Scartato dall’Atalanta, cresciuto nell’AlbinoLeffe, è esploso a Palermo con Dybala

Belotti in azione con la maglia del Torino

Belotti in azione con la maglia del Torino

31 Luglio 2022 - 11:00

"Datemi lui in attacco e posso sfidare chiunque". Parole del “Mondo”, Emiliano Mondonico, uno che tra l’altro il Torino lo conosce bene. Proprio come il “lui” in questione, e cioè Andrea Belotti, appena svincolatosi dal club granata dopo sette stagioni, condite da 251 presenze e 113 gol. Il suo nome, di recente, viene accostato con sempre maggior insistenza alla Roma, come vice Abraham: anche perché, con Shomurodov vicino al prestito al Bologna, dalle parti di Trigoria di sta pensando a un profilo come quello del “Gallo”, attaccante esperto e disposto a sostituire l’inglese quando Mourinho lo riterrà opportuno.


I primi anni


Nato a Calcinate, paesino della provincia di Bergamo che ha dato i natali anche allo “Zar” Pietro Vierchowod, da ragazzino Belotti cresce con il poster di Shevchenko in camera (non ha mai nascosto le sue simpatie milaniste) e coltivando la passione per la pesca. Sostiene un provino per entrare nelle giovanili dell’Atalanta, ma il club nerazzurro lo scarta. Andrea non si perde d’animo e nel 2006, a tredici anni, entra nel vivaio dell’AlbinoLeffe, dove sostiene tutta la trafila. Mentre gioca negli Allievi, la prima squadra è allenata da Mondonico, che hanno dopo dirà: "Non l’ho mai portato in Prima squadra perché pensavo che fosse troppo presto, ma tutti all’AlbinoLeffe parlavano di un ragazzo che sicuramente sarebbe arrivato in Nazionale, e così è stato".

Il debutto nel calcio professionistico arriva il 10 marzo 2012, in Serie B, nella sconfitta per 4-1 a Livorno nella quale segna anche il suo primo gol. La retrocessione del club, paradossalmente, gli garantisce maggiore spazio, e nel 2012-13 colleziona 33 partite e 12 gol che gli valgono le attenzioni del Palermo: in terra siciliana, sotto la guida di Gattuso prima e Iachini poi, totalizza 24 presenze e 10 reti, contribuendo al ritorno in Serie A dei rosaneri. In attacco fa coppia con un talentuosissimo argentino di nome Paulo Dybala, abile a girargli attorno e a sfruttare gli spazi creati dal “Gallo”. Che deve il suo soprannome a una scommessa fatta con un amico, che di cognome fa proprio Gallo: prima di una gara, ai tempi dell’AlbinoLeffe, Andrea promette all’amico (presente sugli spalti quel giorno) che in caso di un gol gli avrebbe dedicato l’esultanza. La rete arriva nei primissimi minuti, Belotti esulta mimando la cresta del gallo e da quel giorno in poi non la abbandonerà più. 

La consacrazione

Il primo anno in A non è semplicissimo per lui: 6 gol in 40 partite, ma il Palermo chiude con l’undicesimo posto a su Andrea piomba il Torino, che nell’agosto 2015 lo acquista per 7,5 milioni di euro. Il passaggio in granata è la rampa di lancio che lo porta a segnare oltre 100 gol in sette stagioni. La prima termina con 12 centri, la seconda è la più prolifica della sua carriera finora (28 gol in 38 partite). b annata è stata la prima al di sotto della doppia cifra, ma fortemente condizionata da alcuni problemi fisici (8 reti in 23 presenze).

Quindi l’addio, e la decisione di rimettersi in gioco altrove, aspettando magari la chiamata di una big. L’offerta di 10 milioni a stagione che arriva da Toronto fa gola, ma la MLS non è certo la Serie A a livello di stimoli e competitività. Attualmente è il terzo miglior bomber italiano in attività della Serie A con 106 gol (davanti a lui soltanto Immobile e Quagliarella). Chissà che Pinto non riesca a convincerlo a trasferirsi nella Capitale; a cifre decisamente inferiori, ovviamente. Sarebbe una buona occasione per migliorare i suoi numeri (già ottimi) nel massimo campionato italiano e magari anche in Nazionale, dove vanta 12 gol in 44 gare.

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