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L'intervista

Infortuni, Casali: "Atleta fragile? Spesso ci sono altre motivazioni. Sui campi di Trigoria..."

L'esperto: "I medici in A sono competenti, ma gli esami non possono rilevare alcuni problemi. Una fotografia non può mostrare se uno strumento musicale è accordato"

16 Giugno 2022 - 10:39

Danilo Casali è dottore in fisioterapia e in osteopatia ed è creatore del sito infortunimuscolari.it. Con lui abbiamo parlato proprio degli infortuni muscolari: dalle loro cause alla prevenzione.

Qual è la causa più frequente per gli infortuni muscolari dei calciatori?
"Quando accade un problema di questo tipo il sistema muscolo-scheletrico non regge le sollecitazioni meccaniche. Ci dobbiamo ricordare che spesso questi infortuni avvengono a causa di sforzi non estremi. Ci sono atleti che si infortunano in fase di riscaldamento, per dei movimenti potenzialmente non problematici e per la forza muscolare che hanno. È evidente che il sistema non ha retto sollecitazioni normali".

Come si può comprendere più a fondo il problema?
"Bisogna analizzare se nel sistema muscolo-scheletrico di quel singolo atleta ci sono quelle che sono definibili "perturbazioni di funzionamento": il sistema è integro ma qualcosa si trova a non rispondere correttamente. E questo non lo si può sempre vedere dagli esami: una risonanza magnetica vede il danno quando ormai è avvenuto. Le risposte meccaniche del corpo non sono osservabili attraverso questi esami statici. Ricordiamoci che una fotografia non può mostrare se uno strumento musicale è accordato".

Come si previene l'infortunio muscolare se questi esami non diagnosticano il problema?
"Bisogna far si che quell'atleta recuperi il massimo della funzionalità non solo in termini di forza e allenamenti neuromotori ma anche in seno alle problematiche meccaniche silenti. Questi problemi non risultano ma sono visibili attraverso una diversa chiave di lettura che si traduce in una valutazione accurata del singolo e della sua mobilità".

Quale?
"Tutti noi conosciamo la scoliosi, una difformità della colonna vertebrale. Essa rappresenta, per chi ne è affetto, la normalità posturale. Se però questo giovane atleta inizia ad aumentare i carichi di lavoro, quelle asimmetrie posturali lo porteranno ad una asimmetria dei carichi nella ripartizione delle sollecitazioni. Se noi invece avessimo un atleta esempio di perfezione posturale, qualsiasi attività di questo fisico armonico e perfetto potrebbe essere ben sopportata, salvo il caso in cui i carichi vengano aumentati a dismisura. Tra queste due situazioni estreme ce ne sono però tante altre, con asimmetrie meno evidenti di una scoliosi e disfunzionamenti per i quali l'analisi deve essere fatta in chiave biomeccanica, verificando perché quelle articolazioni lavorano "meno bene" quando sottoposte a carico. La conseguenza diretta è che il sistema muscolo-scheletrico ammortizzerà con più difficoltà la sommatoria delle sollecitazioni e potranno verificarsi dei sovraccarichi relativi, con maggior rischio di infortunio muscolare".

Com'è possibile che in Serie A ci sono così tanti infortuni muscolari nonostante l'alta competenza degli staff medici?
"La risposta è molto semplice: gli staff sono competenti e hanno tutti gli strumenti possibili per diagnosticare le patologie ma i problemi che più espongono gli atleti agli infortuni muscolari indiretti, cioè quelli che arrivano senza nessun apparente motivo come un contrasto, non sono visibili dagli esami. E nel momento in cui l'esame non mostra anomalie, quella persona è ritenuta sana e questi disfunzionamenti non vengono rilevati. Possono coinvolgere le articolazioni della colonna lombare, del bacino e degli arti inferiori, ma non necessariamente vicine al muscolo che ha subito l'infortunio. L'atleta va in campo pur essendo al top della forza e della preparazione, ma con un problema non identificato che lo esporrà a maggiori probabilità di incorrere in infortuni muscolari".

Esistono giocatori "fragili"? Un esempio: Smalling nella stagione 20-21 è stato più volte vittima di infortuni muscolari...
"Potrebbero esistere dei casi di giocatori con muscoli dove questa etichetta è reale per sue caratteristiche genetiche, traumi precedenti curati male o altro. Ma più spesso l'etichetta è utilizzata in maniera eccessiva: viene detto fragile un atleta che in realtà ha un problema non ancora inquadrato in tutte le sue cause incidenti".

La Roma ha subito più di 30 infortuni muscolari nel 20-21, poco più di 10 invece nel 21-22. Cosa può aver influito in questo netto miglioramento?
"Normalmente il trattamento dei disfunzionamenti viene fatto con tecniche manuali manipolative e mirate effettuate sul singolo. Se non è cambiato lo staff medico, è probabile che il calo di infortuni sia dovuto ad un miglioramento dei programmi atletici che nella combinazione formulata ha sovraccaricato meno quei distretti articolari che poi, perdendo il loro funzionamento corretto, espongono l'atleta agli infortuni".

Ci sono alcuni esercizi della preparazione atletica che possono influire in queste problematiche?
"Sì, ed è molto importante anche che la fase di recovery sport comprenda defaticamento, allungamento e recupero della mobilità articolare, per ridurre in parte l'instaurarsi di questi disfunzionamenti. La vera ottimizzazione sarebbe quella di far eseguire brevi e semplici esercizi personalizzati per ogni singolo atleta, per riequilibrare quello che è il suo background disfunzionale asintomatico. Non è Utopia, ma occorre che gli staff si aprano a queste acquisizioni".

Circolava una leggenda metropolitana sui campi di Trigoria "colpevoli" di causare i tanti infortuni a giocatori della Roma. Può esserci qualcosa di vero dietro?
"Sicuramente i campi duri come l'utilizzo di scarpe inadeguate possono esporre a traumi. Bisognerebbe analizzare meglio le variabili per avvalorarla o meno".

Quanto è importante una sana alimentazione per prevenire gli infortuni muscolari? E quanto può incidere sugli infortuni in Serie A?
"Attualmente gli staff hanno tutti un nutrizionista e quindi sulla squadra vengono applicate nozioni giuste, nonostante questo però gli infortuni continuano a manifestarsi e condizionare i risultati delle squadre e di conseguenza lo spettacolo. Il problema degli infortuni muscolari però è alimentato da qualcosa di sfuggente alle attuali strategie utilizzate. Per questo da tempo segnalo come sia importante ampliare il modello di analisi. Nel campo degli atleti dilettanti è possibile che sia presente l'incidenza delle mancanza nutrizionali, ma nel campo dei professionisti al giorno d'oggi lo escluderei: tutte le mancanze sono individuate e coperte".

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