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le parole

Tiago Pinto: "Con Mourinho siamo uniti. Sappiamo che serve tempo"

Il General Manager giallorosso: "Sulla rosa corta sempre la stessa domanda che cerca un problema che non esiste. Non parlo più degli arbitri, tutti hanno visto tutto"

Tiago Pinto e Mourinho (As Roma via Getty Images)

Tiago Pinto e Mourinho (As Roma via Getty Images)

La Redazione
21 Ottobre 2021 - 16:50

Poco prima del fischio d'inizio tra Bodo/Glimt-Roma il General Manager giallorosso Tiago Pinto ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport. Ecco le sue parole.

Tutti aspettano il ritorno in Champions, ma la Conference può essere utile per l'abitudine alla vittoria. A Roma manca un trofeo dal 2008.
"Io credo che la mentalità vincente si costruisca ogni partita. L'ho detto tante volte, non possiamo pensare tanto a maggio, quello che succederà a maggio sarà il riflesso di quello che facciamo ogni partita. La cultura vincente è in ogni partita. Chiaramente tutti vogliono giocare la Champions ma non è la nostra realtà adesso, siamo qui con piacere, vogliamo vincere oggi e le prossime partite. Poi vedremo dove arriviamo".

Oggi tanto turnover anche se Mourinho fa spesso un confronto con le altre big della A e dice che ha meno cambi a disposizione. Lei è d'accordo?
"Dal primo settembre avete sempre cercato di avere un confronto tra me e Mourinho e non riportate le parole dell'allenatore, perché lui ha spiegato tante volte che quando parliamo della profondità della rosa, parliamo di un progetto diverso. Abbiamo tanti giovani che vogliamo crescere e questo è quello che abbiamo detto dal primo giorno. Se ricordi, se volete riportare la parola dell'allenatore, nella sua conferenza di presentazione abbiamo parlato tanto della parola 'tempo'. Su questo siamo tutti allineati senza dubbio. Poi se si fa paragone con squadre come Inter e Juventus, loro hanno un progetto diverso. Ciò non significa che non siamo allineati, siamo uniti e come ha detto Mou in conferenza stampa, siamo una famiglia. Chiaramente paragonando con progetti e con squadre con storia recente in Champions (per alcune anche con la vittoria), è chiaro che la squadra è diversa. Questo è qualcosa che fa parte del nostro progetto. Dal primo settembre, ogni conferenza stampa prima e dopo le partite c'è sempre la stessa domanda che cerca un problema che non esiste".

C'è un po' di nervosismo intorno agli arbitraggi con la Roma. Quali sono le sue conclusioni?
"Voglio rinforzare ancora quello che ha detto Mourinho ieri e dopo la Juve. Siamo concentrati su quello che possiamo migliorare come squadra, ma credo che tutti voi e tutte le istitituzioni abbiano visto ciò che è sotto gli occhi di tutti. Noi però siamo concentrati sul migliorare dentro Trigoria e nella Roma. Non voglio più parlare di arbitri".

Quali differenze ci sono tra un settore giovanile italiano come quello della Roma e uno di altissimo livello come quello del Benfica? Siamo ancora così distanti?
"Io credo di venire da una realtà in cui l'investimento e la scommessa sul settore giovanile sia molto diverso, qua in Italia la qualità, il talento e la professionalità ci sia, ma tra i club dobbiamo creare le condizioni giuste perché i giovani possano arrivare a giocare in Serie A. Molte volte non è facile fare il salto dalla Primavera alla Serie A perché a livello competitivo c'è grande differenza, è un po' lontano. In Italia è arrivato il momento in cui si possa fare qualcosa con il regolamento, con le modalità delle competizioni per poter un po' scommettere sui giovani. Ne abbiamo tanti, vedendo l'Italia under 20, under 21, sono squadre forti, il talento c'è. Nella Roma fa parte del progetto, oggi ne vediamo tanti che arrivano dalla primavera, ma spero che si debba avere una strategia nazionale".

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