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Il caso

La Svezia anti-Var: «Il calcio sia “vero”»

I tifosi erano e restano contrari. Reinfeldt “costretto” a tornare indietro

Una revisione al Var

Una revisione al Var (GETTY IMAGES)

29 Aprile 2024 - 09:49

«La Svezia abolisce il Var», anzi, no. La Svezia continua a rifiutare l’introduzione della tecnologia nel calcio ed è felice così. La notizia è ripiombata su siti e media anche in Italia dopo che il Times ha riferito di un “referendum” che ha bocciato l’uso del Var che il presidente federale Fredrik Reinfeldt aveva dipinto lo scorso anno come l’ingresso del futuro e ha invece smorzato parecchio qualche giorno fa parlando ad Aftonbladet. Sembrava una formalità il semaforo verde invece è ancora rosso pieno. «I tifosi vogliono un calcio “vero”, non vogliono una partita che si ferma spesso e detestano aspettare per esultare per un gol, ritengono che il calcio sia per gli spettatori che pagano il biglietto e vogliono autenticità», spiega Malena Johansson, giornalista di Dagens Nyheter, uno dei più importanti quotidiani del Paese. E c’è da credere che questa voce abbia peso, in una nazione dove i club non sono di proprietà dei tifosi, ma “sono” i tifosi: «È un sistema “democratico”, la maggioranza di tutte le società è in mano concretamente ai sostenitori, non solo nel calcio, ma in tutti gli sport: i membri dei club votano e così funziona il sistema. Lo stop al Var, quindi, nasce dall’opinione pubblica».

Il tema è molto discusso anche dai protagonisti delle partite: «Molti giocatori e allenatori hanno dato ragione ai tifosi su questo tema, preferiscono le emozioni dirette. Sicuramente c’è anche chi è favorevole all’introduzione della tecnologia, ma per ora, dopo l’intervista di Reinfeldt che ha preso atto di questa situazione e ha dichiarato di voler rispettare la maggioranza, non se ne farà nulla e non ci saranno proposte di introduzione del Var». Né l’Uefa potrà imporre la tecnologia alla Svezia: «Per ora no... Nelle competizioni europee sono partite diverse, è vero. L’idea del presidente federale, comprensibilmente, era proprio quella di interrompere la situazione attuale che vede la Svezia “esterna” al sistema internazionale». Certamente anche in Svezia le polemiche non mancano: «In ogni Paese si parla degli arbitraggi. Ci sono delle culture diverse: da noi la questione della giustizia è importante, ma meno cruciale che altrove.  Si discute ovviamente molto delle prestazioni degli arbitri - continua Johansson - ma noi vediamo anche i campionati esteri e le polemiche non sono state azzerate dall’uso del Var, cambiano un po’ i temi. Anche noi vediamo le immagini e quelle portano a tante discussioni. Magari allora la tecnologia non è la soluzione. Per questo noi facciamo come abbiamo fatto sempre nel calcio...»

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