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Dall'Argentina

De Rossi, primo giorno da star a Buenos Aires: bagno di folla, allenamento e firma

Il centrocampista è stato accolto dai tifosi in festa che hanno creato un coro solo per lui. Poi le visite mediche e la visita alla Bombonera accompagnato da Burdisso

Daniele De Rossi nel suo primo giorno da nuovo giocatore del Boca Juniors

Daniele De Rossi nel suo primo giorno da nuovo giocatore del Boca Juniors

JuanPablo Reynoso
26 Luglio 2019 - 09:56

Da un bagno di folla all'altro. Da Fiumicino a Ezeiza, il massiccio contorno di tifosi di Roma e Boca, giornalisti, fotografi, semplici curiosi che accompagna Daniele De Rossi da un capo all'altro del mondo, non cambia. L'amore di Roma nei confronti del Sedici non è mai stato in discussione e i saluti commossi alla partenza dalla Capitale non hanno stupito. Non quanto l'accoglienza ricevuta a Buenos Aires, quantomeno. Altro che campione sul viale del tramonto. Daniele De Rossi ha già rivoluzionato il calcio argentino. L'arrivo di DDR non è un fatto secondario, ecco perché i fan Xeneizes lo hanno ricevuto e gli hanno mostrato tutto il proprio amore. Ora la cosa più importante per DDR è dimostrare che può essere protagonista anche col Boca Juniors.

Il suo primo giorno a Buenos Aires è stato intenso, 24 ore ricche di appuntamenti, e di cose ne sono successe davvero tante. Ma andiamo con ordine. Prima tappa alle 6.15 del mattino, il volo AZ 680 è atterrato sulla pista dell'aeroporto internazionale di Ezeiza e Daniele De Rossi è arrivato in Argentina accompagnato dalla moglie Sarah Felberbaum. Quindici minuti dopo, erano le 6.30, ecco il primo emozionante abbraccio del popolo del Boca con Daniele: De Rossi è stato accolto dai suoi nuovi tifosi che erano lì ad attenderlo. Saluti, cori, parole di incoraggiamento, selfie e tante dimostrazioni di affetto. «Este es el famoso tano que vino a La Boca para ser campeón», gli hanno cantato mentre camminavano nei corridoi dell'aeroporto i tifosi argentini, dove "Tano" starebbe per italiano. Nel frattempo Sarah ha condiviso una foto sui propri profili social con il risultato dell'incontro tra Boca e Paranaense, stampato su un foglietto ricevuto da Daniele non appena sceso dall'aereo: 1-0 contro il Paranaense agli ottavi di Libertadores che sa di buon auspicio.

Intorno alle 7, De Rossi ha poi lasciato l'aeroporto su un veicolo privato del club, con gli uomini della sicurezza. I tifosi argentini lo hanno accompagnato nella sua camminata, continuando a cantare, a sbattere sulla macchina, a strillare il suo nome: alcuni tifosi più coraggiosi sono arrivati persino a mettergli in testa un cappello gialloblù e DDR non si è tirato indietro.  Il primo giorno di Daniele a Buenos Aires è proseguito all'IMAX, il centro clinico della capitale sede delle visite mediche del club, dove il centrocampista di Ostia è arrivato intorno alle 10.30. Anche qui ad attenderlo c'erano tantissimi tifosi gialloblù, e ovviamente molti giornalisti. Dopo aver completato gli esami, De Rossi si è spostato all'Hotel Madero, a Puerto Madero, dove alloggia nei suoi primi giorni argentini.

Uno dei momenti più importanti è arrivato intorno alle 15, quando si è spostato al complesso Pedro Pompilio, dove si allena la squadra, e ha avuto il suo primo incontro con lo staff tecnico e i suoi compagni. Carlos Tevez, capitano del Boca, lo ha accolto calorosamente parlandogli in italiano. Poi è arrivata la firma del contratto. Daniele De Rossi è diventato ufficialmente un calciatore del Boca Juniors. La firma ha preceduto il primo allenamento, alle 17. La seduta, prevista alle 15, è stata posticipata proprio per dare la possibilità a Daniele di essere presente.

«Questo è quello che mi aspettavo», ha detto De Rossi ai dirigenti del Boca. «Benvenuto in Argentina, è una gioia che tu possa partecipare al nostro campionato», ha twittato Batistuta, un altro che di giallorosso e di "azul y oro" se ne intende. Ma il momento clou è stata visita alla Bombonera: Daniele ha ammirato la sua nuova casa prima della firma del contratto e del suo primo allenamento. È passato anche nella hall, dove ci sono le statue di Riquelme, Palermo, Guillermo, Bianchi, Maradona. Chissà se un giorno ci sarà anche la sua.

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