AS Roma
Giustizia sportiva, a Roma il convegno per chiedere una riforma strutturale
“Giustizia Sportiva e Trasparenza – Superare le criticità e proteggere i diritti”: dalle drammatiche vicende di giustizia ordinaria con vittime gli atleti alle proposte concrete

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PUBBLICATO DA
La Redazione
23 Giugno 2025 - 19:54
Dopo il successo del primo appuntamento di Padova dello scorso 26 maggio, è il Circolo Sottufficiali della Marina Militare di Roma a ospitare la seconda tappa del convegno nazionale itinerante “Giustizia Sportiva e Trasparenza – Superare le criticità e proteggere i diritti”. L’iniziativa, patrocinata dal Consiglio della Regione Lazio, dal Coni Lazio, e da A.I.A.S. (Associazione Italiana Avvocati dello Sport) si propone di affrontare una delle questioni più spinose del movimento: la necessità di riformare il sistema della giustizia sportiva per garantire un presente e un futuro più roseo allo sport italiano. Diverse le criticità emerse negli ultimi anni – aggravate da vicende drammatiche che coinvolgono atleti, famiglie e dirigenti – che hanno reso ormai indifferibile l’avvio di un processo di rivisitazione del sistema che garantisca pienamente i principi di trasparenza, imparzialità, di tutela della verità e dei diritti fondamentali dell’essere umano, assicurando contestualmente l’effettiva applicazione di quei principi euro-unitari e costituzionali quali il giusto processo, la parità tra le parti, le garanzie difensive e soprattutto del rispetto dei valori fondanti dello sport, come la lealtà, la meritocrazia, il rispetto delle regole e dei regolamenti e la correttezza. Togliendo una volta per tutte spazio alla convenienza e agli interessi di parte, che hanno reso talvolta la Giustizia sportiva uno strumento di ritorsione che ha lasciato spesso sole le vittime, proteggendo – se non premiando – coloro che hanno commesso abusi o omesso i dovuti controlli. Uno dei nodi principali è la nomina dei componenti degli Organi di Giustizia da parte degli stessi vertici federali, con inevitabili conflitti di interesse che minano l’autonomia e la terzietà dell’intero sistema. Chi controlla i controllori, dunque? Chi dovrebbe garantire la legalità si trova a dover giudicare chi lo ha nominato: una distorsione inaccettabile che compromette il principio stesso del Giusto Processo.
Altro tema non indifferente l’inadeguata competenza dell’organo di ultima istanza, il Collegio di Garanzia del CONI, il quale – limitandosi alla valutazione della legittimità e non del merito – non può fornire un giudizio pieno e sostanziale. I promotori, oltre a sensibilizzare la futura leadership del CONI e il mondo politico, chiedono a gran voce una riforma della giustizia sportiva italiana, affinché si possa concretamente intervenire su composizione, nomina e indipendenza degli organi giudicanti, e che si garantiscano reali contropoteri, vietando il sistema delle deleghe nelle assemblee, e promuovendo una governance federale più trasparente e democratica. Tra i casi più eclatanti e venuti alla luce negli anni quello di Lorella Tempia Caliera, conosciuta come “madre coraggio”, madre dei fratelli Fornasier, vittime di abusi sessuali da parte dell’istruttore equestre Daniele Bernardi, condannato in via definitiva dalla giustizia ordinaria e radiato dalla Federazione Italiana Sport Equestri. Nonostante la radiazione, Bernardi è stato successivamente ritesserato e ha continuato, raccontano gli organizzatori dell’evento, a operare grazie a gravi negligenze della Federazione. Lorella Tempia ha denunciato per anni le irregolarità sia alla Federazione Italiana Sport Equestri che alla Procura del Coni, combattendo per avere giustizia e ha riscontrato inerzia da parte della Federazione e dello stesso Coni. Ha ricevuto solo recentemente un tardivo riconoscimento con la condanna solo di alcuni tesserati coinvolti. Ha così fondato l’Associazione Giacomo Fornasier, in memoria del figlio, che a seguito di questi perpetrati abusi, ha deciso di arrendersi alla vita.
Altro tema non indifferente l’inadeguata competenza dell’organo di ultima istanza, il Collegio di Garanzia del CONI, il quale – limitandosi alla valutazione della legittimità e non del merito – non può fornire un giudizio pieno e sostanziale. I promotori, oltre a sensibilizzare la futura leadership del CONI e il mondo politico, chiedono a gran voce una riforma della giustizia sportiva italiana, affinché si possa concretamente intervenire su composizione, nomina e indipendenza degli organi giudicanti, e che si garantiscano reali contropoteri, vietando il sistema delle deleghe nelle assemblee, e promuovendo una governance federale più trasparente e democratica. Tra i casi più eclatanti e venuti alla luce negli anni quello di Lorella Tempia Caliera, conosciuta come “madre coraggio”, madre dei fratelli Fornasier, vittime di abusi sessuali da parte dell’istruttore equestre Daniele Bernardi, condannato in via definitiva dalla giustizia ordinaria e radiato dalla Federazione Italiana Sport Equestri. Nonostante la radiazione, Bernardi è stato successivamente ritesserato e ha continuato, raccontano gli organizzatori dell’evento, a operare grazie a gravi negligenze della Federazione. Lorella Tempia ha denunciato per anni le irregolarità sia alla Federazione Italiana Sport Equestri che alla Procura del Coni, combattendo per avere giustizia e ha riscontrato inerzia da parte della Federazione e dello stesso Coni. Ha ricevuto solo recentemente un tardivo riconoscimento con la condanna solo di alcuni tesserati coinvolti. Ha così fondato l’Associazione Giacomo Fornasier, in memoria del figlio, che a seguito di questi perpetrati abusi, ha deciso di arrendersi alla vita.
L’Associazione è nata per tutelare atleti e animali vittime di abusi. Con lei anche Michela Zambelli, madre di una bambina vittima di violenze sessuali e minacce da parte di un altro istruttore equestre. Altri casi emblematici quello di Giovanni Iannelli, il giovane atleta della Federazione Ciclismo morto durante una gara all’età di 22 anni, a causa di gravissime carenze organizzative e al mancato rispetto delle norme di sicurezza. La sua storia è finita anche nei servizi del famoso programma di Mediaset “Le Iene”. E quello dell’ostracismo interno di cui è stato vittima l’avvocato Salvatore Scarfone, Procuratore della Federdanza. All’incontro, oltre ai rappresentanti della Marina Militare, l’Onorevole Paolo Barelli (Presidente Federazione Italiana Nuoto - FIN), Alessandro Cochi (Presidente CONI Lazio) e Guido D’Ubaldo (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio). Negli interventi, approfondimenti sulla giustizia sportiva nella dimensione internazionale, sulle competenze, le prospettive e le innovazioni possibili e sul tema dell’autonomia, della terzietà e dell’indipendenza degli organi di giustizia sportiva in Italia.
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