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Dzeko contro Pruzzo. Edin può superare il bomber di Crocefieschi

Dzeko in Champions ne ha fatti cinque, come il bomber nell’83-84. Stasera punta a migliorare il primato con la segreta speranza di poter alimentare un sogno

10 Aprile 2018 - 07:51

Fallo ancora, Edin. Indipendentemente se servirà o meno per una difficilissima remuntada propedeutica alla qualificazione per la semifinale di Champions. Fallo ancora, almeno, per appuntarti al petto, in solitudine, la medaglia di miglior cannoniere stagionale in Champions con la maglia giallorossa. Un primato che ora, con cinque reti, condividi con un mito della storia romanista. Un signore che si chiama Roberto Pruzzo capace nell'edizione 1983-84, quando alla coppa con le grandi orecchie partecipavano solo le squadre che sulla maglia avevano cucito lo scudetto e si giocavano solo nove partite finale compresa, riuscì una cinquina indimenticabile.

Edin ti presento Roberto

Forse, caro Edin, non sai bene chi sia stato Roberto Pruzzo. Del resto quando il bomber di Crocefieschi stupiva l'Italia e l'Europa, non eri ancora nato. Uno, per dire, che è nella Hall of fame della Roma. Uno, giusto per ribadire, che ha segnato il gol scudetto a Marassi contro il Genoa. Uno, ancora per dire, che prima che nel nostro mondo arrivasse quel meraviglioso ciclone chiamato Francesco Totti, era stato il giocatore con più gol segnati con la maglia giallorossa in campionato, centosei, al punto che quando il dieci che adesso sta seduto in tribuna, prima lo eguagliò e poi lo superò, mostrò al mondo la maglietta con quel centosei stampato. Uno, tanto per dire ancora, che è stato una colonna portante di quella della Roma degli anni ottanta che dopo quarantuno anni ci regalò il sogno del secondo scudetto.

La cinquina di Pruzzo

Ne fece cinque di gol in quella straordinaria cavalcata nella coppa dei campioni edizione ‘83-‘84. Il primo nella gara di ritorno sul campo del Goteborg, inutile anche se un gol non è mai inutile, visto che Di Bartolomei e compagni avevano sistemato la qualificazione agli ottavi di finale nei novanta minuti giocati all'Olimpico, tre gol fantastici e una prestazione che è stata tra le più belle di sempre nella nostra storia. Il secondo lo fece alla Dinamo Berlino, quarto di finale, in un altro tre a zero all'Olimpico che è rimasto nella memoria di quei tifosi che oggi hanno i capelli bianchi.
Ma il bello doveva ancora arrivare. Semifinale, gara di ritorno a casa nostra contro gli scozzesi del Dundee, in Scozia incredibilmente ne avevamo presi due, roba che ancora oggi non si riesce a capire perché. La Roma era chiamata a un'impresa ai confini della realtà. L'impresa riuscì. Grazie anche a quel signore con i baffi di Crocefieschi. In quella partita fece la migliore prestazione della sua carriera. Due gol nel primo tempo, uno più bello dell'altro, a pareggiare i conti e poi, nella ripresa, il portiere scozzese fu costretto a stenderlo in area di rigore per evitare che segnasse a porta vuota. Ci pensò il grande Capitano Agostino Di Bartolomei a trasformare quel sacrosanto rigore e ad alimentare un sogno.

Edin capocannoniere d'Europa League

Capito, caro Edin, chi devi battere? Un mito, in sostanza. Sei stato fin qui l'uomo in più della Roma europea di quest'anno, come peraltro lo eri stato nella passata stagione in Europa League dove ne hai segnati otto vincendo la classifica dei cannonieri, tre in un'indimenticabile notte sul campo del Villareal, nonostante l'uscita negli ottavi di finale contro il Lione. Adesso nella coppa che è la casa di Cristiano Ronaldo e Messi, vincere il titolo dei cannonieri è oggettivamente assai più complicato, anche se fin qui hai dimostrato, come la Roma peraltro, di non essere un ospite. Anche te, caro Edin, hai raggiunto la cinquina.

La cinquina di Edin in Champions

Hai cominciato nella prima trasferta del girone, a Baku, sul campo del Qarabag, segnando il gol del due a zero dopo che Manolas vi aveva portati in vantaggio, un gol comunque decisivo perché dopo una sciocchezza (eufemismo) di Gonalons ci fece temere la beffa. E poi c'è stata l'indimenticabile notte di Londra, Stamford Bridge, lo stadio dei campioni d'Inghilterra, vanno avanti due a zero, Kolarov a ridarci una speranza. E poi entrasti in scena te, caro bosniaco, prima con un sinistro al volo che sentiamo ancora il botto nelle orecchie, uno dei gol europei più belli della storia della Roma, e pochi minuti dopo a siglare addirittura il sorpasso con una capocciata da campione quale sei proprio sotto il settore dei tifosi giallorossi che non dimenticheranno mai quella notte londinese. Il quinto gol, poi, è stato probabilmente il più importante. Partita di ritorno degli ottavi di finale contro gli ucraini dello Shakhtar, a casa loro avevamo perso per due a uno, ce ne bastava uno per brindare ai quarti di finale. E ci hai pensato te, caro Edin, con un destro di precisione e qualità, sfruttando una verticalizzazione di Strootman, a dare alla Roma per la quarta volta nella sua storia i quarti di finale della coppa più coppa che c'è. Un gol che ci ha regalato il Barcellona. Ecco, stasera, ai catalani dimostragli che non siamo qui per caso. Faresti felice anche Roberto Pruzzo.

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