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Di Francesco a Radiorai: «Ünder mi ricorda Montella per la capacità di nascondere il tiro»

«Totti è una grande risorsa, magari poco appariscente, ma nello spogliatoio è molto importante perchè conosce i giocatori da più tempo di me»

La Redazione
12 Febbraio 2018 - 10:11

Eusebio Di Francesco è intervenuto in diretta nella trasmissione 'Radio Anch'io Lo Sport' sulle frequanze di Radio Uno, raccontando la partita di ieri sera contro il Benevento di De Zerbi:

Buongiorno Di Francesco, dormito bene?
Non ho dormito per niente...

Quando ha segnato il Benevento cosa ha pensato?
Una deviazione sfortunata, ma mancava molto tempo, ho ceraco di dare tranquillità alla squadra. Ci abbiamo messo un po' di tempo, ma poi è andata bene.

Troppe assenze, mancava mezzo centrocampo, cosa è successo di sbagliato?
Dovute dalle qualifiche di Nainggolan e Pellegrini nella stessa giornata che ci hanno complicato un pochino le vari situazioni in mezzo al campo. La Roma deve avere una rosa che anche nelle difficoltà deve essere capace di venirne fuori come abbiamo fatto ieri.

Puoi dirci a chi può essere paragonato Under?
In questo momento faccio fatica a fare paragoni, non ho ancora visto somiglianze. Ha una grande qualità nel preparare il tiro nascondendo il calcio fino alla fine come Vincenzo Montella, anche se non ha le stesse caratteristiche come giocatore. Ha la stessa capacità e velocità di esecuzione, un paragone legato solo a una caratteristica tecnica.

Lei è un paziente costruttore. A che punto è arrivato con la sua Roma?
C'è ancora tantissimo da fare ma devo dire questa squadra nonostante il cambiamento e il metodo di lavoro ha assimilato al più presto dopo le difficoltà iniziali quello che gli chiedevo. Abbiamo avuto 40 giorni di difficoltà legate a tante situazioni. Una volta finite anche tutte le voci di mercato che magari hanno potuto distrarre, ma non deve essere un alibi, stiamo ritrovando la compattezza di squadra anche se in alcuni momenti manca la continuità di attenzione durante la gara. Abbiamo alternato partite in cui non abbiamo dato continuità al nostro gioco.

Lei qualche tempo fa ha detto che questo organico non è da scudetto, Monchi invece non si aspettava questo distacco dalle squadre di testa. Dove sta la verità in mezzo a queste due frasi? A mentà strada?
Il distacco non fa una piega, ma il direttore non ha detto che eravamo da scudetto. Sì ci aspettavamo qualche punto in più, perché abbiamo lasciato tanti punti per strada per nostre sciocchezze e per nostre stupidaggini a partire dall'espulsione di De Rossi contro il Genoa, o il Chievo, o partite nelle quali abbiamo dominato ma non abbiamo chiuso la partita. Noi siamo sempre stati sempre un po' dietro Napoli e Juventus anche quando eravamo più vicini: per organico, per quello che è stato il mercato e il mantenimento della rosa. Noi abbiamo messo dentro tanti giovani interessanti ma che erano poco abituati a questa piazza come Under che ha avuto bisogno di adattarsi a questo calcio e cha ndava aspettato. È una scelta, ma io sono ben contento di costruire e cercare di migliorare questa Roma. È ovvio che anche io mi sarei aspettato sicuramente dei punti in più.

Il problema è che con la politica societaria che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, lavorare con lo stesso organico per tanti anni o per due anni di fila è un po' complicato. Questo la preoccupa?
La possibilità di dare continuità con gli stessi calciatori sarebbe ottimale per qualsiasi tecnico, il Napoli ne è la dimostrazione ma anche la stessa Juventus che cambia poco. Mi auguro che rimettendo a posto tante varie situazioni societarie si possa poi dare continuità a tanti giocatori e creare un assetto dove poi inserire altri giocatori. Questo sarebbe la cosa ottimale e credo che il mio direttore Monchi con il tempo voglia arrivare proprio a questo. Però non si fadall'oggi al domani, ci vuole una progettazione, questo si vuole fare a Roma mettendo a posto i conti.

Una tifosa chiede con un messaggio notizie sulle cessioni di Dzeko, Nainggolan e Alisson
Io li alleno, non faccio il mercato.

La Roma segna troppo poco, eppure siete quarti.
Tra la fase difensiva e quella offensiva ci sono dei dati eclatanti. Siamo la squadra che ha tirato più importa in tutto il campionato, ma non siamo stati concreti. Mi auguro da qui alla fine di ritrovare quella capacità di realizzare come abbiamo fatto ieri, poi in altre occasioni siamo poco fortunati e poco determinati sotto porta. Io conosco solo un modo lavorare, lavorare, lavorare e cercare di migliorare i difetti che in questo momento abbiamo.

Ascoltatore: Sono rimasto male per un gesto. Su un fallo laterale lei ha preso il pallone in mano e poi lo ha lsciato a terra. Lei non ha consegnato il pallone al giocatore campano. 
Io non mi lamento mai e cerco di fare dell'educazione e del rispetto una parte principale. L'ascoltatore ha detto una grande sciocchezza, il giocatore del Benevento è venuto ed ha raccolto il pallone a un metro da lui. Inoltre credo che in quel momento stavamo anche perdendo.

Schick era atteso da tutti, può essere lui l'uomo dello sprint finale e può giocare dietro Dzeko nel 4-2-3-1?
Sì, anche se lui sarebbe meno trequartista e più attaccante, con caratteristiche differenti da Nainggolan che è più centrocampista. Schick può adattarsi in ogni ruolo di attacco, vi assicuro che ha qualità importanti, ma desso deve trovare la condizione e la continuità negli allenamenti.

Totti è un suo amico da ciò che si legge. Costituisce una risorsa?
Una grande risorsa. Poco appariscente, ma nello spogliatoio è molto importante. Spesso mi dà i sentori e gli umori della squadra perché li ha vissuti e a differenza mia che sono arrivato quest'anno può aiutarmi con i giocatori che già conosce da tempo.

Superato il momento difficile della Roma? Come arriverete alla Champions? Sarà un finale in crescendo?
Deve essere un finale in crescendo, la squadra ha acquisito determinate sicurezze. Abbiamo pagato qualcosina dal punto di vista fisico perchè abbiamo lavorato tanto. Adesso dobbiamo cercare di perdere meno pezzi possibili e dobbiamo trovare continuità sia di partite che di allenamenti. Mi auguro possa essere un grande finale, a partire da Udine e poi  contro lo Shakhtar dove noi vogliamo provare a  passare il turno.

Le condizioni Karsdorp?
La riabilitazione è corretta, ma dobbiamo essere bravi a non avere fretta. Non dobbiamo accelerare il recupero, basta guardare quello che è accaduto Ghoulam. Col crociato non si scherza. Qualche giorno in più è consigliato rispetto a qualche giorno in meno.

Ascoltatore: Quanto aiuta un allenatore che ha giocato a Roma sopportare le pressioni dell'ambiente? Quando si comincerà a tornare i giovani giocatori della Roma sparsi in tutta Italia?
Per i giovani dipende dalle qualità, e da come si formano. Come Pellegrini che la Roma ha riportato a casa pagando qualcosina ma ritrovando poi un giocatore che ha giocato due campionati pieni in serie A con il Sassuolo. L'Importante è selezionarli al meglio e portare i giovani di qualità, non si può pensare di portare 20 primavera in prima squadra. Per quanto riguarda la mia esperienza a Roma da giocatore mi sta aiutando perché conosco l'ambiente anche se negli anni alcune cose sono cambiate ed è cambiato anche il mio ruolo.

È così difficile questo ambiente romano?
Anche a Sassuolo non dormivo per l'adrenalina. Roma è una piazza importante, ma bisogna essere attenti tutto, non solo al tuo orticello. L'ambiente di Roma è un ambiente particolare. Vincere a Roma non è mai facile, ma per chi ha voglia di far bene queste avventure piacciono.

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