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Fiorentina-Roma, la storia di Rebecca: la mia odissea a Firenze

«Ho avuto paura, ora solo pena. La mia colpa è stata alzarmi ed esultare ai gol della Roma. Al Franchi non andrò più ma alle trasferte non rinuncio»

08 Novembre 2017 - 13:00

Guardate la foto che pubblichiamo di Rebecca, la chiameremo così («è il mio secondo nome, ma i miei sono un po' spaventati, forse è meglio se nell'articolo usi questo invece del primo»), e immaginate adesso la scena di tre o quattro sessantenni della tribuna d'onore di Firenze che la insultano ripetutamente, pesantemente, che la invitano a far cose con le loro «fave», che la ingiuriano con tutti i termini peggiori che un invasato può usare nei confronti di una donna, e che nella migliore delle ipotesi la invitano a tornarsene a Roma perché altrimenti le andrà anche peggio. Questa scena l'hanno vista decine di persone domenica pomeriggio a Firenze e nessuno ha mosso un dito. Anzi, uno solo ne ha mosse cinque, e le ha rivolte verso la faccia del ragazzo che accompagnava la ragazza in tribuna (senza essere peraltro particolarmente tifoso della Roma) e che vista la situazione aveva invitato tutti a restare calmi: «Quello è stato veramente il momento peggiore. Se lui avesse reagito sono sicura che ci sarebbero saltati addosso in dieci e non so come sarebbe finita. Per fortuna il mio amico è rimasto lucido, ha preso lo schiaffo e non ha reagito, poi ci siamo allontanati e abbiamo raggiunto la zona ospitalità e uscendo abbiamo sentito ancora di tutto, il più gentile ci ha detto "romani di merda, tornatevene a casa". Non ti dico l'umiliazione».

Rebecca ha 25 anni, lavora con una multinazionale nell'organizzazione di eventi e molto spesso le capita di avere rapporti con aziende che, conoscendo la sua passione per il calcio e per la Roma, la invitano nelle tribune cosiddette vip a Firenze. Così domenica è andata serena per la prima volta al Franchi: «Vado spesso in trasferta, non mi era mai successo niente, solo una volta a Milano avevo risposto ad un insulto ai romani, ma è finito tutto lì. Stavolta però mi avevano detto di essere cauta, così non ho portato né sciarpe né bandiere, e fino a che non è cominciata la partita tutto è filato liscio».

C'erano altri tifosi della Roma dove vi siete seduti?

«Eravamo in tribuna d'onore A, posti 24 e 25, lì eravamo gli unici, poi mi sono accorta che c'erano altri due ragazzi della Roma qualche fila sopra».

La Roma segna quasi subito.

«E io balzo in piedi ed esulto. Ero seduta vicino alla scaletta e noto subito nel posto oltre la scaletta un signore che avrà avuto 60 anni che a brutto muso mi dice di sedermi, di non alzarmi più e di vedere la partita. Io non capisco».

Poi pareggia la Fiorentina.

«E lì non ti dico. Tutti a dirmi "zitti, romani di merda, andatevene". Capisco che si sta mettendo male, ma non volevo ancora credere che avrei dovuto vedere la partita in silenzio. Così al 2-1 esulto di nuovo, non solo io, anche i due ragazzi qualche fila sopra. Per quei due si mette subito male, mi giro e mi accorgo che è scoppiato un parapiglia intorno a loro. Due steward vengono verso di me, la cosa mi rassicura, penso che vengano lì per difendermi, e invece mi gelano: "Ascoltami, è meglio se ve ne andate"».

E voi?

«Figurati. Non sarei mai andata via, ero lì per vedere la partita. Non insultavo nessuno. Loro invece non si sono tenuti neanche al gol del 2-2».

Non potevano gioire e basta?

«Macché, due signori sono venuti lì davanti a me, facendo gesti e dicendo parole oscene. Una scena patetica».

E siamo all'intervallo.

«Sì, ci rifugiamo nell'area ospitalità,un tizio mi dà una bottarella sulla spalla, mi dice, "ti sei divertita a fare i video?"».

I video?

«Sì, ho ripreso le esultanze dei giocatori della Roma col telefonino. Secondo loro era provocatorio».

E tu?

«Gli ho detto che se la Roma avesse vinto avremmo fatto una foto insieme. Ho provato a sdrammatizzare, tutto inutile. L'atmosfera è rimasta tesa, al terzo gol non ho esultato. Ero spaventata».

Ma nessuno è mai intervenuto?

«Nel secondo tempo gli steward erano scomparsi, polizia neanche a parlarne. Il mio amico poi non è certamente un rissaiolo, eravamo un po' impauriti. Poi la partita è andata avanti, il risultato non era più in discussione, la Roma stava dominando e al 4-2 mi sono lasciata andare ad una minima esultanza».

Lì molti tifosi viola sono andati via.

«Uno mi è venuto a cercare, è arrivato a un centimetro da me e mi ha urlato "devi stare zitta brutta troia di merda"».

Un signore, proprio. Età?

«Credo ultrasessantenne, sembrava fuori di sé. Dietro di lui ce n'era un altro, stessa eleganza verbale. A quel punto il mio amico è intervenuto, ha provato a farli ragionare: "Ma insomma, è una ragazza, cerchiamo di stare calmi", credo gli abbia detto. Per tutta risposta il tizio gli ha mollato uno schiaffo. Se avesse reagito ci sarebbero saltati addosso, per fortuna un paio di tifosi hanno fermato quel tizio e lo hanno convinto ad allontanarsi».

Gli altri erano più calmi?

«No, il contrario. Chiunque mi passasse davanti aggiungeva insulti, uno insisteva a dirmi, "dai, vieni fuori, ci vediamo qui fuori". Allora da lì ho chiamato rinforzi, avevo anche un altro paio di amici in un'altra zona della tribuna, siamo riusciti a raggiungere l'ospitalità dove ci siamo ricongiunti a loro e tutti insieme mi hanno scortato fino alla macchina. Ero convinta che ci avrebbero fatto un agguato. Per fortuna non è andata così. Ma che paura».

Una vergogna.

«La Roma non me la toglie nessuno, ma a Firenze non ci tornerò mai. Mi rendo conto che alla fine non è successo niente di grave, ma trovo allucinante che possano succedere cose così».

Se pensi a quelle facce invasate, a quegli insulti, a quelle urla, che valutazioni fai?

«Provo pena per certa gente. Ma poi con una ragazza. E nessuno che sia intervenuto per difendermi. Gli unici che volevano tutelarmi mi invitavano ad andar via. Ma ti rendi conto? In tribuna d'Onore!» .

Ma non c'erano anche tifose donne?

«Un paio, sulla cinquantina, zitte. E c'erano anche due ragazzi che avranno avuto trent'anni. Anche loro muti, ma almeno non mi hanno insultato. E sopra di me c'erano addirittura due signori con due bambini. Niente di niente. Ma che schifo di persone sono?».

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