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“Tecla”, la novità indie alternativa dell’estate romana: intervista a Dario Calì

Un ragazzo di venticinque anni con una passione senza tempo per la musica e l'amore per Roma e per la Roma. Dal 5 agosto il suo nuovo album su tutte le piattaforme digitali

25 Luglio 2018 - 17:47

Un ragazzo di venticinque anni con una passione senza tempo per la musica, con sogni e aspettative grandi come il suo cuore, un produttore discografico all'avanguardia in prima linea nel panorama della musica alternativa/indie romana. Stiamo parlando di Dario Calì, classe '92, nato e cresciuto a Roma, la sua città che ama quanto i colori giallorossi. Ha sempre fatto musica, suonando in diversi club italiani tra cui Covo Nord Est (Ponza), Club di King (Porto Ercole), Florida Beach Club (Argentario), Rambla Club (Fregene), East Village Club (Londra), Piper Club (Roma).

La passione per il sound house elettronico lo ha portato a lavorare per sette mesi a Ibiza, che è stato «un luogo di crescita sia umana che artistica». Rimangono queste le sue radici, a cui non rinuncia neanche nel nuovo album, in uscita il prossimo 5 agosto su tutti i portali digitali musicali, da Spotify a Apple Music. «Alla fine dell'album c'è un pezzo "Rampollo di Oz", una bonus track che non ha niente a che fare con il resto ma che ho aggiunto proprio per non far cadere nel dimenticatoio il mio passato musicale, fatto di un beat movimentato e di voci industriali da club di nicchia». 

Tecla, così si chiama l'album di Dario Calì, è un progetto indie alternativo composto da otto tracce e diviso in due parti, una prima più movimentata e una seconda più tranquilla, «proprio come gli alti e bassi della vita di ciascuno di noi». Il prodotto, a parte due eccezioni, è senza voce. L'idea è quella di «personalizzarlo in base alle proprie emozioni». Unico, originale, romano.

Dario, partiamo dal titolo "Tecla".
"Il titolo dell'album è in parte legato a una mia passata relazione, che ha lasciato un segno nella mia vita. Tecla era il nome del gatto della mia compagna. Ma, nello stesso tempo, è anche legato a me, al mio primo approccio con la Spagna che è stata luogo di crescita, umana e artistica, che mi ha insegnato tanto. Tecla infatti in spagnolo significa tastiera ed è stata una delle prime parole che ho imparato quando all'aereoporto ho dovuto spiegare che mi avevano rotto una parte della custodia. È stato il mio primissimo contatto con la lingua spagnola, con Ibiza". 

Qual è il tuo passato musicale?
"Non ho mai pubblicato un album, ho sempre pubblicato EP e sempre in terra straniera, mai in Italia. Ho rilasciato cose in Spagna, Germania e Colombia e soltanto un pezzo all'interno di una compilation qui in Italia. Tutte tracce house - underground che, devo essere sincero, non mi hanno mai soddisfatto a livello di successo registrato. Non aveva un filo conduttore la mia musica, era arrivato il momento di darglielo. Dopo tantissimo tempo ci sono riuscito, in via del tutto naturale. Ho prodotto otto tracce in due mesi. Mi ci sono catapultato completamente, mi sono chiuso tra casa e studio di registrazione, volevo fare solo questo. E non mi era mai successo. Questo mi ha fatto capire che avevo un perchè abbastanza forte". 

Raccontaci l'album.
"Intanto devo ringraziare il gruppo di ragazzi che mi ha seguito nella produzione, soprattutto il fonico che mi ha dato suggerimenti e spunti, mi ha permesso di raffinare il diamante grezzo con cui mi sono presentato. L'album è composto da canzoni strumentali, che vanno dall'indie all'elettronica alternativa. Ho riflettuto sul mettere o meno delle voci sulle tracce, ma alla fine ho inserito solo due pezzi così: uno con la voce di una donna inglese molto grezza, un po' funky, e un altro con voci corali in sottofondo che creano chorus, movimento. Quello che ho voluto fare con "Tecla" è stato uscire un po' dal panorama emergente musicale italiano di oggi. Ho creato un prodotto semifinito, senza voce, per dare spazio e fantasia a chi lo va ad ascoltare di personalizzarlo in base alle proprie esigenze, alle proprie emozioni, improvvisandoci qualcosa su. È come se ci fosse la canzone ma non c'è, sono delle basi che possono essere adattate ai gusti e alle emozioni di tutti, adatte anche per colonne sonore di film". 

Quante tracce sono?
"Sono otto pezzi, divisi da un pezzo che si chiama "Intermezzo", che separa l'album in due parti: una prima fase esaltante, movimentata, eccitata, realizzata con molti sintetizzatori e una seconda fase calante, più rilassante, più tranquilla. L'idea è quella di raccontare una storia, che passa dalla frenesia al riposo, dagli alti ai bassi che fanno parte della vita di ciascuno di noi. Alla fine dell'album c'è poi un pezzo che si chiama "Rampollo di Oz", di cui ho già pubblicato il video (https://www.youtube.com/ watch?v=hus22_V7PLk), che non c'entra molto con il resto. È una bonus track che ho voluto aggiungere per non far cadere nel dimenticatoio il mio passato musicale che non lascio e non dimentico, un omaggio alle mie radici artistiche fatte di un beat movimentato e voci industriali da club di nicchia". 

Quando e dove possiamo acquistarlo?
"L'album esce il 5 agosto su Spotify, Pandora, Apple Music, iTunes e tutti i portali digitali di musica. Ma già dal 20 luglio c'è possibilità di pre-order su Spotify (https://distrokid.com/ hyperfollow/dariocali/dVLY) , il che significa che andando su questo e altri portali musicali digitali, è possibile acquistare comunque già il cd, a scatola chiusa. Nel frattempo stanno uscendo alcune delle tracce con relativi video, per far intuire alla gente quello contiene il cd, cosa sta andando ad acquistare. È stato già pubblicato il "Rampollo di Oz", a breve usciranno altre due tracce".

Panorama musicale italiano: come si fa a emergere?
"In Italia oggi è sempre più difficile. La musica va ormai a braccetto con l'apparenza, con lo stile, con la moda che cattura i fan. Adesso va molto la trap. Io mi rendo conto di aver fatto qualcosa di diverso, qualcosa che potrebbe funzionare più all'estero che non in Italia però uno dei miei obiettivi è proprio questo, mantenere l'originalità e cercare di darle rilevanza, di darle valore, proprio qui in Italia, ovviamente tenendo anche conto di quelli che sono i gusti della gente. Vorrei che questo messaggio arrivasse come una ventata di aria fresca per la musica nostrana. Quest'album per me è una vetrina di lancio. Poi, la musica è una questione di emozioni: il disco che cattura è quello che ha dietro un percorso di vita personale, in cui altri possono rivedersi, ritrovarsi. E ho cercato di fare proprio questo. Spero di esserci riuscito". 

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