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Anfield road to Kiev - Di Francesco: «Voglio unire lo spirito di oggi a quello del 2001»

Oggi la partenza della Roma per Liverpool. Domani raggiungerà il gruppo anche Pallotta da Londra

23 Aprile 2018 - 06:45

Il viaggio in Inghilterra comincia oggi. Quando nel primo pomeriggio la Roma spiccherà il volo verso Liverpool. Alla ricerca di quel mondo tanto agognato e adesso finalmente vissuto. Il gotha del calcio continentale è stato raggiunto. Adesso manca lo step finale, quello che può spalancare le porte della storia. Società, squadra, tifosi: tutti proiettati su quello che potrà essere, fin dal primo atto. Di scena appunto a Liverpool.

Tutti a Liverpool

La delegazione che partirà da Fiumicino intorno alle 15 sarà nutritissima. Un intero aereo di linea dell'Alitalia a esclusivo appannaggio del club giallorosso. Con la squadra gli staff di tecnici e medici, anche lo chef che accompagna la Roma nelle trasferte all'estero. Oltre a un cospicuo gruppo del Media Center di Trigoria: componenti di radio e televisione della società e dell'ufficio stampa. Ma anche la dirigenza al gran completo: il dg Baldissoni, il ds Monchi, Francesco Totti e Umberto Gandini.
Proprio l'amministratore delegato alla vigilia della partenza ha parlato dell'importanza del match ai microfoni di Radio 24. «Andiamo ad affrontare il Liverpool credendoci tutti. Non capita tutti i giorni, affrontiamo una squadra forte, fa parte della nobiltà del calcio europeo. Possiamo scrivere una pagina di storia del calcio. La Roma delle quattro rimaste è la squadra che ha avuto indubbiamente il percorso più difficile. Dopo la partita col Barça siamo entrati nel sogno. Ha significato tanto per la città, che vive in simbiosi con la squadra, e anche per il presidente Pallotta».

E Pallotta?

Il numero uno dovrebbe raggiungere la comitiva con un volo privato in arrivo da Londra, in compagnia della collaboratrice di fiducia Kaitlyn Colligan. A Liverpool incontrerà il proprietario dei Reds, l'amico John W. Henry, al quale è legato da un rapporto che lo ha spinto all'indomani del sorteggio a coniare per la semifinale di Champions la definizione "derby di Boston". I due businessmen del Massachussets si sono incrociati già diverse volte da quando guidano le rispettive società di calcio, ma soltanto in occasione delle tournée estive. Adesso la sfida assume ben altri contorni e significati, e ai sorrisi estivi si sostituiranno speranze e tensioni per la posta in palio. Che è altissima anche da un punto di vista prettamente economico: ingente il flusso di denaro di cui potrà godere la squadra qualificata per la finalissima di Kiev.

Kolarov in conferenza stampa

Ma per centrare l'ambito traguardo, più che alle tribune bisogna pensare al campo. L'ultimo allenamento vero e proprio sarà svolto a Trigoria nella mattinata di oggi, prima di partire alla volta dell'Inghilterra. Una volta atterrati, saranno attesi dal primo appuntamento ufficiale previsto dal protocollo Uefa, ovvero la conferenza programmata ad Anfield per le 18.30. Davanti alla stampa, con Di Francesco ci sarà Kolarov. Il serbo ha giocato sei stagioni in Premier League e proprio nell'ultima trasferta inglese in Champions è stato uno dei grandi protagonisti. A Stamford Bridge è stata sua la firma sul gol che ha dato il via all'epica rimonta della Roma. Al di là della rete realizzata, la prestazione dell'esterno ex City è stata da incorniciare.

Dzeko più di Pruzzo

Insieme a quella dell'amico di vecchia data Edin Dzeko, altro habitué dei campi britannici proprio dai tempi della comune militanza nei Citizens. Il centravanti bosniaco ha già segnato tre volte al Liverpool, due delle quali proprio ad Anfield. Il riposo che gli ha concesso il tecnico in occasione della trasferta di Ferrara con la Spal è indicativo di quanto punti su di lui per questa sfida. Dzeko viene da un periodo "caldo", soprattutto in campo europeo. Se il cammino giallorosso in Champions sta assumendo i contorni del leggendario, gran parte del merito è proprio del numero 9, che ha deciso le sfide contro Shakhtar e Barcellona, oltre ad aver firmato tre reti nel girone di qualificazione, fra Baku e Londra. Peraltro con sei centri nel torneo continentale è il miglior marcatore romanista di sempre in una sola edizione della massima competizione europea, dove ha superato perfino il mito degli Anni 80 Roberto Pruzzo.

La richiesta dei tifosi

A Ferrara i tifosi gli hanno dedicato un coro eloquente nel dopo-gara, quando è entrato in campo insieme agli altri compagni non impiegati: «Edin Dzeko portaci in finale». Imprescindibile la sua presenza domani, è ai suoi fianchi che si trascinano i pochi dubbi di formazione. Da un lato ci sarà senz'altro Nainggolan, riapparso nel pieno della forma nelle ultime uscite e tornato a trovare la via del gol proprio nell'ultimo match. Restano in tre in lizza per una maglia.

Ünder, Schick o Perotti

Favorito appare Ünder, che con i suoi strappi in velocità può diventare devastante e ha già palesato un'ottima intesa con Dzeko. L'alternativa al turco è rappresentata in prima battuta da Schick, che ha finalmente cancellato la casella zero dalle sue reti in campionato proprio al "Mazza". Ma soprattutto ha già dimostrato al cospetto di Messi e compagni di poter dire la sua anche in sfide di quel livello. Un'ulteriore soluzione potrebbe essere quella rappresentata dall'utilizzo di Perotti, rientrato in campo sabato scorso dopo la contusione al polpaccio rimediata al Camp Nou. Ma l'argentino è convalescente e potrebbe anche rappresentare un'arma a partita in corso. Se giocasse lui, andrebbe a occupare la corsia mancina dell'attacco giallorosso, con Nainggolan che sarebbe dirottato sul versante opposto. Per il resto, in campo scenderà la squadra che ha strapazzato il Barça, dando per assodato che Di Francesco riproporrà in Inghilterra lo stesso modulo (con tre difensori) che ha permesso di compiere l'impresa.

Come nel 2001

«Il calcio è dinamico - ha spiegato l'allenatore giallorosso in un'intervista al Guardian - anche quando parli di una difesa a quattro, finisci spesso per difendere a tre o a due, a seconda della situazione di gioco. La mia decisione di cambiare sistema era legata al fatto che con alcune squadre una difesa a tre può darti un po' di fisicità in più, che serve specialmente in Europa. In questa stagione siamo cresciuti molto, competendo in Europa come non era accaduto negli ultimi anni». Il tecnico ha tracciato un paragone con un passato importante: «Ora c'è una maggiore professionalità, ma nel 2001 c'era più spirito di famiglia. Vogliamo unire però questi nuovi modi di allenarsi allo spirito del 2001». Passato recente e presente sono nel segno di due grandi attaccanti che animeranno il match di domani: «I ragazzi mi hanno detto che Salah è un grande professionista. Ma conoscerlo bene può essere un vantaggio. Noi abbiamo Edin, che è un calciatore fantastico».

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