ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Monchi: "Lavoriamo per poter vincere di continuo, non una volta sola"

Il direttore sportivo giallorosso a Sky Sport: "Se avessimo venduto Dzeko sarebbe arrivato un altro centravanti. Ma alla fine il Chelsea non ci ha convinto"

La Redazione
14 Febbraio 2018 - 21:54

Ramon Rodriguez Verdejo, in arte Monchi, è intervenuto a Sky Sport al programma "Sky Calcio l'originale. Queste le dichiarazioni del direttore sportivo della Roma, che ha commentato il mercato e il progetto sportivo e societario della Roma. 

A San Valentino parli con noi. Sei innamorato della Roma? 
"Io mi sono innamorato di questa società appena arrivato. Ho capito subito quanto bene vogliono i tifosi a questa squadra". 

Anche nel Real Madrid c'era un po' di Monchi, con Sergio Ramos, no? C'era anche Emery sulla panchina del Psg.
"Se è per questo c'era anche Dani Alves nel Paris! Bella partita e un risultato forse inaspettato, sembrava che il Psg giocasse meglio. Ma il Real ha fatto un gran finale"

Marcelo è stato vicino al tuo Siviglia.
"Sì, me lo ha soffiato il Real di Baldini. Lui stava venendo a Siviglia ma fece scalo a Madrid. Non se n'è più andato".

C'è rammarico per Salah?
"Potevamo arrivare a 50 milioni. Ma poi il casino di Neymar e Mbappé ha fatto saltare un po' il mercato. Al momento era una vendita necessaria. Oggi anche io penso che il prezzo non è stato il più alto possibile, ma al momento non avevamo altre possibilità. Quando sono arrivato io il giocatore già voleva andarsene e l'affare era ben avviato".

La tua cultura è non compro campioni ma compro ragazzi. Ma serve una traccia per i tifosi della Roma. Ce l'hai in testa?
"Sono d'accordo. I numeri servono alla società. Abbiamo bisogno dei numeri per gestire bene l'azienda. Ma per i tifosi contano i trofei. Non guardate alle plusvalenze che ho fatto a Siviglia, guardate ai trofei che ho vinto. A Roma i trofei mancano. Capisco perfettamente i tifosi: vogliono vincere. Dobbiamo però gestire la società per trovare la strada giusta per vincere e per fare una società capace di farlo di forma continua, non una tantum. Il Monchi che è arrivato è meno Monchi di quello che sono adesso. Quando sono arrivato conoscevo meno Roma e il calcio italiano".  

Quanto ci metterai ad essere acclamato da tutto lo stadio?
"Il mio obiettivo è fare ciò che vogliono fare i tifosi. Voglio avvicinare la squadra ai tifosi. Ma il movimento si dimostra andando. Ma ripeto: mi metto nella testa dei tifosi e li capisco". 

Che cosa rappresenta per te la Champions?
"Tanto, no? Si tratta della competizione più importante al mondo. Per noi è importante farla bene. Anche per me, che non sono mai arrivato ai quarti nemmeno col Siviglia, è un'occasione bellissima per farlo". 

In Italia l'Europa League è spesso considerata secondaria rispetto al campionato. La tua storia insegna altro
"L'Europa League è stata fondamentale per la nostra crescita. L'anno scorso l'ha vinta il Manchester United e ho visto i giocatori festeggiare come se avessero vinto un Mondiale. Ti permette anche di giocare la Supercoppa Europea. Il Napoli può arrivare in finale". 

  Voi volevate Ounas?
"Sì, ma il Napoli ha fatto prima". 

Di Marzio dice che Abramovich dopo aver visto Dzeko contro la Samp ha detto "Perché gli devo dare un anno in più di contratto rispetto a quello che gli sto offrendo?".
"Noi abbiamo iniziato a parlare con loro per Emerson. Loro hanno aggiunto Dzeko alla trattativa. Noi gli abbiamo detto di fare un'offerta. Una volta vista la loro offerta, abbiamo fatto la nostra richiesta, che loro non hanno mai raggiunto. Hanno parlato con Edin e non hanno trovato l'accordo definitivo. Noi volevamo vendere Emerson e l'abbiamo fatto. Su Edin non eravamo convinti al 100% e quindi non lo abbiamo fatto". 

Come mai eravate disposti a venderlo?
"Nessun club quando vende un giocatore è felice. Si fa un ragionamento e si pesano i pro e i contro".

Sarebbe arrivato Giroud?
"Sarebbe arrivato qualcuno di importante". 

Forse il sostituto ce l'avevate in casa, cioè Schick.
"Avremmo preso certamente un sostituto di Edin. Questo è sicuro. Avremmo avuto anche Schick e Defrel. Finora abbiamo pagato 6 milioni per Schick e 5 per Defrel. Per Schick il pagamento è dilazionato in 5 anni e la cifra finale ancora non è determinata. Patrik diventerà fortissimo e importantissimo. Lui è una punta ma può fare anche l'esterno". 

Il ds della Roma ha un budget preciso che non può sforare?
"Sì. Un direttore sportivo gestisce il 25-30% dei ricavi di una società, perciò deve sempre ragionare coi numeri. Bisogna lavorare con un occhio a WyScout e l'altro a Excel". 

Avresti venduto Totti per 200 milioni?
"Sì. Oggi sarebbe al livello di Messi, Neymar, Ronaldo, Kane. Li vale tutti". 

Florenzi resterà alla Roma?
"Magari. Noi saremmo contenti. Credo che rimarrà qui tanti anni". 

E' vero che sei il primo ad andare in palestra?
"Sì, tutti i giorni alle 7.30. Vado a un'ora in cui nessuno mi telefona e posso rilassarmi un po'". 

Che rapporto hai con Pallotta?
"Ottimo. Dicono che manca la sua presenza. Io gli dico che deve essere meno presente. Bisogna essere più giusti con lui. E' molto vicino alla società e alla squadra, ogni giorno si preoccupa. Abbiamo in testa una Roma campione. Una Roma che vince. E alla fine lo farà". 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: