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Caos calcio, Malagò contro Tavecchio

Il numero uno del Coni: «Nasconde gli atti». Poco prima aveva chiesto il rinvio delle elezioni del 29. I tre candidati non sono d’accordo: «Difficile dirgli sì»

25 Gennaio 2018 - 09:15

L'elezione del presidente della Federcalcio rischia di trasformarsi in una soap-opera. E come ogni fiction che si rispetti, dietro gli intrighi, i dispetti e le trame nascoste si nasconde il colpo di scena. Ieri il presidente del Coni Giovanni Malagò ha incontrato al Foro Italico i tre candidati alle elezioni: Gabriele Gravina, Cosimo Sibilia e Damiano Tommasi. Ebbene, come hanno rivelato i diretti interessati e, poi, certificato da un comunicato stampa del Coni, «il Presidente Malagò ha sottoposto alla valutazione dei tre candidati l'ipotesi di procedere al rinvio dell'Assemblea Federale nell'interesse primario del mondo del calcio e di riflesso dello sport italiano». I tre candidati hanno chiesto tempo, quello necessario alle «dovute riflessioni», dandosi appuntamento a sabato 27 gennaio, ossia due giorni prima della data delle elezioni.

Uscito dall'incontro, poi, il presidente del Coni è partito a testa basso all'attacco di Tavecchio: «Alla lettera che abbiamo inviato lo scorso 5 gennaio non c'è stata una risposta formale da parte della Figc: questo vi fa capire lo stato dell'arte e noi siamo dispiaciuti. In Lega di A c'è un commissario straordinario (Carlo Tavecchio, ndr) che dovrebbe ottemperare a delle regole che per primo sta assolutamente disconoscendo. Tavecchio doveva rendere pubblica la lettera del 5 ma nessun candidato ne era a conoscenza - ha rivelato Malagò -. La Figc sta permettendo da moltissimi mesi che la Lega di A disconosca le regole del nostro mondo e in particolare della federazione stessa: la persona che dovrebbe adoperarsi per risolvere questo problema e non lo ha mai fatto, e neanche mai posto, è il presidente dimissionario e commissario Tavecchio. È un problemino, anzi un problemone, che non è stato preso in considerazione e sistematicamente disatteso». Poco prima, Malagò aveva affidato a un comunicato stampa l'ennesimo avvertimento al calcio italiano: «In caso di inadempienza da parte della Lega Serie A della mancata elezione del Presidente e dei due rappresentanti in Consiglio Federale entro 30 giorni a partire da oggi, il Coni non potrà esimersi dall'assumere nei confronti della Federazione Italiana Giuoco Calcio i necessari provvedimenti previsti dal vigente contesto normativo, anche in presenza di un presidente regolarmente eletto nell'Assemblea del 29 gennaio prossimo». Una bomba giunta proprio nelle stesse ore in cui trovavano conferme le voci che volevano proprio Tavecchio, presidente dimissionario della Figc e Commissario della Lega A, come il candidato più serio alla presidenza della Lega A. E che non potrà non lasciare conseguenze. Attorno a Tavecchio si sarebbe formato un asse trasversale sostenuto dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, in una sorta di contropartita per la nomina di Tebas, attuale numero uno della Liga spagnola, ad amministratore delegato di via Rosellini. Ipotesi sponsorizzata dal numero uno del Torino, Urbano Cairo. Se ne discuterà nell'assemblea di venerdì, in uno scenario che vedrebbe come consiglieri di Lega Giulini (Cagliari), Marotta (Juventus), Percassi (Atalanta), Romei (Sampdoria) e Lotito, che farebbe anche il consigliere federale assieme a Fassone (Milan). In questo caso, lo stesso numero uno della Lazio avrebbe anche più potere da giocarsi in vista di una possibile nomina alla vicepresidenza federale in cambio del sostegno della maggioranza della massima Lega a Cosimo Sibilia. In merito alla richiesta di Malagò, il presidente della Lega Pro ha detto che «per la Lega di A è stata convocata un'assemblea per venerdì: questa cosa riguarderà probabilmente il prossimo presidente federale. Rinvio possibile? Crediamo sia percorso complicato. Siamo per celebrare l'assemblea». Gravina, invece, rivela che «questa proposta non è stata accolta da nessuno dei tre candidati, l'assemblea ormai è incardinata e si terrà regolarmente ma non è escluso che i delegati lunedì decidano diversamente». Ecco, invece, la versione di Tommasi: «Abbiamo fatto una chiacchierata, Malagò ci ha presentato la lettera che arriverà sulla situazione della Lega di Milano. E' stato proposto un rinvio delle elezioni, ci siamo riservati una riflessione, ci risentiremo prima dell'assemblea. Non so se sarà possibile o meno, dobbiamo approfondire».

Intanto, finalmente si muove anche la Lega B che nei giorni scorsi a più riprese aveva invocato un'alleanza con la Lega di A. Oggi alle 13, l'Assemblea presieduta da Mauro Balata, incontrerà nella sede di via Rosellini a Milano i candidati alla presidenza della Figc, che esporranno i loro programmi nel tentativo di convincere la Serie B che ancora non si è espressa in favore di nessun candidato. All'ordine del giorno i diritti tv e quindi la discussione sulla delibera dell'invito a offrire per il pacchetto esclusivo 'Dirette a Pagamento' per il triennio 2018-2021. A proposito di tv, la Lega Serie A prosegue le trattative private con Sky e Mediaset Premium per l'assegnazione dei diritti tv domestici del triennio 2018-21. Venerdì l'assemblea dei venti club deciderà se assegnare ai broadcaster o procedere con il bando subordinato, valutando l'offerta degli spagnoli di Mediapro.

Dopo il secondo giorno di negoziato c'è il massimo riserbo da tutte le parti, ma secondo le poche indiscrezioni filtrate c'è ancora molta distanza fra le attese della Lega e dell'advisor Infront (1,05 mld di euro a stagione) e le offerte delle due emittenti, che complessivamente hanno messo sul tavolo meno di 800 milioni e sui pacchetti in discussione hanno avanzato proposte sotto il prezzo minimo richiesto. Si spera in una svolta nella notte fra giovedì e venerdì. Sarà l'ultima operazione per l'ex ad del Milan Adriano Galliani in veste di presidente di Mediaset Premium, ruolo che ricopre da luglio e lascerà per incompatibilità se, come è probabile, accetterà di candidarsi per Forza Italia al Senato in Lombardia.

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