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Ufficiali le candidature: Lotito fuori. Per la Figc corsa a tre

Non ha trovato l’appoggio delle società. Nelle leghe di A e B sono mancati all’appello almeno 2 club. Con Tommasi, ci sono Gravina e Sibilia. Il 29 si fa la conta

15 Gennaio 2018 - 08:44

Dopo tante chiacchiere e possibili scenari futuri, da ieri è partita ufficialmente la corsa alla presidenza della Figc, la Federcalcio. Damiano Tommasi (Assocalciatori), Cosimo Sibilia (Lega Nazionale Dilettanti) e Gabriele Gravina (Lega Pro) hanno presentato ieri la propria candidatura alla successione di Carlo Tavecchio, dimissionato dopo il flop mondiale di Milano contro la Svezia. A questi tre nomi non si è aggiunto quello di Claudio Lotito, ma il presidente della Lazio e della Salernitana aveva preallertato gli uffici competenti avvisando che avrebbe potuto mandare proprio sul filo di lana anche la sua candidatura con le controfirme della componente disposta a proporlo. Ma non ce l'ha fatta. I numeri che ha millantato in Assemblea alla fine gli sono mancati.

Il termine ultimo era fissato per la mezzanotte di ieri. Due giorni fa Lotito aveva dichiarato l'intenzione di candidarsi, forte dell'appoggio di 12 squadre della Serie A e di "parte della Serie B, dove mi davate morto". Secondo indiscrezioni, per poter depositare ufficialmente la candidatura, gli sono mancate una o forse due società in serie A e due in serie B. La conta delle squadre che sostengono il presidente della Lazio resta importante anche in ottica Lega di Serie A. Lotito, infatti, punta anche a una poltrona da vicepresidente vicario per la Figc, alla quale può arrivare da consigliere federale. Per questo, però, occorre l'appoggio di almeno 14 squadre su 20. Se fossero vere le sue anticipazioni, gli mancherebbero solo due club da convincere, oppure tre se erano vere le indiscrezioni di ieri sera. L'appuntamento con le votazioni in Lega è il 22 gennaio. Non è difficile immaginare e prevedere che la settimana che ci separa da questa data vedrà il presidente di Lazio e Salernitana impegnato come non mai a raccogliere gli ultimi voti che gli mancano, proprio come ha fatto ieri sera per la Figc. Per poi poter puntare, una settimana dopo, in direzione Roma per la poltrona da vice in Federcalcio.

Intanto, anche ieri Damiano Tommasi ha sottolineato quanto possa essere sbagliato e deleterio per il nostro calcio continuare a ragionare come se non ci fosse stato il tracollo della nostra Nazionale, figlio di scelte politiche sbagliate. Parlando, infatti, a Radio Sportiva, l'ex centrocampista della Roma ha detto: «Non so se le candidature di Gravina e Sibilia alla Figc siano espressione della vecchia classe dirigente, so che il calcio italiano ha bisogno di altro rispetto alle solite logiche politiche». Il numero uno dell'Aic ha poi mandato un messaggio diretto a Lotito: «La sua possibile candidatura e il gioco delle alleanze su cui si sta lavorando sarebbe la certificazione dei motivi per cui non siamo al Mondiale, che non sono solo sportivi. Rappresenterebbe il fatto di una Federazione come luogo dove andare e non fare le cose che servono». Per Tommasi, riproporre le logiche di spartizione delle poltrone «sarebbe l'errore più grave che si possa fare. Se ci sarà da trovare un accordo per governare non sarà attraverso la spartizione delle cariche, bensì sui programmi. Gli accordi saranno da fare perché altrimenti non si potrà governare. Io - conclude - ho voglia di fare qualcosa di importante per la Federazione. Va affrontato il tema delle seconde squadre, prioritario e percorribile da subito. Possiamo inserire le seconde squadre al posto delle squadre di Serie C che non riescono a iscriversi». In chiusura una battuta sull'eventualità che la Federazione possa venir commissariata dal Coni: «Solo se le regole lo permettono, ci devono essere le premesse e le condizioni. Io più che il Commissario vorrei una Federazione forte che possa fare quello che c'è da fare da qui ai prossimi dieci anni, non so se il Commissario potrebbe farlo»

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