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L'incontro Baldissoni-Tommasi: Roma vota Roma

Metti una sera a cena in un ristorante ai Parioli. Parte l’alleanza in salsa giallorossa in vista delle elezioni della Figc

10 Gennaio 2018 - 08:29

Qualcosa si muove. Lentamente. Ma si muove. L'acqua apparentemente è placida, ma sotto la superficie gli squali si organizzano. Sopra, nella sua bella spudoratezza, Damiano Tommasi porta avanti il suo progetto, sopportando persino le accuse di superbia che gli arrivano da più parti. Se ne fa una ragione, certo dei suoi intenti, e nel frattempo incassa endorsement importanti: come quello della Roma, ad esempio. Nessuna dichiarazione di voto ufficiale, ancora è presto. Ma lunedì sera c'è stato un incontro in un noto ristorante dei Parioli, immortalato da un fotografo impertinente, nel corso del quale il candidato alla presidenza federale e il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni hanno ipotizzato scenari futuri che vedrebbero l'ex calciatore al vertice della Figc e la società giallorossa sua chiara sostenitrice.

Tommasi è rimasto a Roma dopo il Consiglio Federale per partecipare ad un incontro tecnico al Viminale con l'Osservatorio delle Manifestazioni Sportive. In serata si è visto poi con Baldissoni con cui è legato da una solida amicizia. Anche al dg ha ribadito la volontà di impegnarsi in prima persona non per particolare vocazione politica, ma per non lasciare il campo ai soliti gattopardi, pronto a fare un passo indietro in caso di larga convergenza di tutte le componenti intorno a un candidato unico. Ma questo quarto nome nessuno si azzarda a farlo. E dei tre di cui si parla ormai da settimane (con Tommasi, ci sarebbero Gravina della Lega Pro e Sibilia della Lega Dilettanti) solo uno ha avuto la forza di annunciare la sua candidatura diretta, tra le battutine non elegantissime degli altri due. Poi però, quando si incontrano (com'è accaduto lunedì pomeriggio a Roma, dopo il Consiglio Federale) l'atmosfera è cordiale e priva di tensioni e c'è pure piena condivisione di contenuti. Il quarto ci sarebbe stato pure, ed è Andrea Abodi, per sei anni presidente benemerito della Lega di B e poi trombato nell'elezione federale di dieci mesi fa dalle stesse componenti che oggi dovrebbero trovare condivisione sui temi proposti da Tommasi. Per la cronaca, Abodi è uscito di scena da quando è diventata esecutiva la sua nomina a presidente del Credito Sportivo. La attendeva da marzo, da quando era stato designato su indicazione governativa, ma è diventata operativa non appena Tavecchio si è dimesso, quando si dicono le coincidenze. A proposito: ancora nessuno si è preso la briga di dire che l'autocandidatura di Lotito sia uno scherzo. Attendiamo fiduciosi.

Nel dubbio, oggi Tommasi proverà a portare dalla sua parte anche altri presidenti della Lega di A. Trovandosi a Milano per l'invito della Panini (che stamattina presenterà ufficialmente la sua Collezione di figurine di fronte al commissario Tavecchio), Damiano ha chiesto e ottenuto di poter aver udienza di fronte all'Assemblea riunita, nel pomeriggio. Ai presidenti esporrà il suo personale punto di vista sull'eventuale governo federale e verificherà di persona (e senza affidarsi a termometri politici di diversa natura) il gradimento dei dirigenti che avrà di fronte.

Il tempo stringe, entro domenica dovrà ufficialmente consegnare il suo programma elettorale, per lunghi punti ovviamente già stabilito ma non ancora rifinito. Attende ancora indicazioni popolari. L'hashtag che ha lanciato, #cambiamoilcalcio, al netto degli inevitabili sabotatori, sta fornendo suggerimenti utili che Damiano è pronto a far suoi.

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