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IL DATO

Da Chini a Mkhitaryan, tutti gli stranieri della storia della Roma

L’argentino fu il pioniere. Duecentosedici calciatori, cinquanta nazioni rappresentate. Un vero e proprio giro del mondo a tinte giallorosse

20 Settembre 2019 - 15:47

In principio fu Arturo Chini Ludueña: l'attaccante argentino, classe 1904, era il terminale offensivo in quel Roma-Livorno (25 settembre 1927) che segna il debutto della Roma nel massimo campionato. Argentino come Pedro Manfredini, che ancora oggi risulta il bomber straniero più prolifico nella storia della Roma con 104 reti. Argentino come Gabriel Omar Batistuta, che sbarca nel 2001 e contribuisce in maniera determinante alla conquista del tricolore. Solo il Brasile ha "vestito" più volte la maglia della Roma rispetto al Paese Albiceleste: quello tra il giallorosso e il verdeoro è un legame consolidato nel tempo; un legame che passa da Dino Da Costa a Paulo Roberto Falcao, da Toninho Cerezo a "Pluto" Aldair, che tra i non italiani è quello che vanta più presenze (436, quinto nella classifica all-time). Senza dimenticare Cafu, Sormani, Jair, Juan e Amarildo. Quarantadue calciatori totali, a fronte dei trentotto argentini.

L'arrivo di Henrikh Mkhitaryan ha fatto registrare anche l'Armenia sullo speciale planisfero a tinte giallorosse, che ora conta cinquanta Paesi rappresentati. Poco prima di "Micki" è sbarcato Amadou Diawara, primo guineano; Chris Smalling è il secondo inglese dopo Ashley Cole, mentre Nikola Kalinic è il terzo croato (che fa seguito a Jedvaj e Coric). Pau Lopez va ad ampliare la colonia spagnola nella Capitale: un feeling che va al di là dei colori comuni, come testimoniano Peirò, Del Sol, Guardiola, Bojan e tutti gli altri. Il Paese europeo più rappresentato è però la Francia, che proprio di recente si è arricchita del sedicesimo elemento: Jordan Veretout. Il rapporto con l'Oltralpe inizia soltanto nel gennaio '96 con Vincent Candela, ma in questi ventitré anni vede passare per Roma Giuly e Menez, Mexes e Zebina, Yanga-Mbiwa e Digne, solo per citarne alcuni. Mert Cetin conferma invece un recente feeling con la Turchia, che negli ultimi cinque anni ha già visto sbarcare dalle nostre parti Uçan e Ünder.

C'è anche chi - come Dzeko, Zukanovic, Vucinic, Tomic, Kolarov e altri - è nato sotto la bandiera di un Paese poi scomparso come la Jugoslavia. Degno di nota anche il contributo della Svezia: dai fratelli Nordahl a Olsen, in undici hanno vestito la nostra casacca. Insomma, un vero e proprio giro del mondo in 92 anni. A tinte giallorosse, ovviamente.

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