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Gandini: "La gara contro la Juve dimostra che possiamo giocarcela. La cessione di Salah è andata così"

L'amministratore delegato giallorosso ha parlato anche degli ottavi di finale di Champions

27 Dicembre 2017 - 13:25

A margine dell'evento Dubai International Sports, l'amministratore delegato della Roma, Umberto Gandini ha rilasciato un'intervista a 'Sky Sport'.  Ecco le sue dichiarazioni:

"Dopo la gara contro la Juventus quello che è rimasto è la consapevolezza di essere in grado di competere con tutti e di potersela giocare alla pari con chi ci sta davanti, di poter lottare fino in fondo in questo campionato. Perché siamo da scudetto? Ci vogliono tantissimi fattori per vincere, nel nostro sistema competono in quattro-cinque per il titolo, ma alla fine vince solamente una squadra. Noi siamo una squadra competitiva, allenata bene e con due giocatori titolari per ogni posizione. Ce la giochiamo fino al 94', sempre. Gli ottavi di Champions? Abbiamo fatto un ottimo percorso con un risultato importante. Ce la giocheremo con un avversario di livello come lo Shakhtar, da prendere con le molle. Ci siamo conquistati il diritto di giocare il ritorno a Roma, quindi abbiamo una piccolissima percentuale di vantaggio. Con il nuovo stadio sarà più facile vincere la Champions? Il percorso con il nuovo stadio ci permetterà di attingere a quei ricavi che oggi ci mancano. Abbiamo realizzato il progetto di James Pallotta e siamo diventati un brand importante in Europa. I risultati dipendono da tanti fattori, ma indubbiamente il nuovo stadio sarà una spinta. Pentiti per Salah? Era una cosa che Momo meditava, era uno spostamento che richiedeva. E' la situazione che si è sviluppata al momento giusto e con la soddisfazione di tutti. Si è adattato benissimo al gioco di Klopp e sta facendo molto bene e ha avuto un ruolo importante nella partecipazione dell'Egitto al Mondiale. L'Italia? Dopo il sorteggio nel gruppo della Spagna, tutti eravamo convinti che saremmo arrivati secondi, ma non siamo arrivati ai playoff nelle condizioni ideali e non ci siamo meritati la fortuna sul campo. Ora bisogna lavorare per questo sistema che conta su una base di talenti che vanno sviluppati".

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