ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Roma Club Testaccio: «Una famiglia che si riunisce per la Roma»

Sergio Rosi racconta la storia del plesso di via Ghiberti: «Volevamo condividere sempre la passione e non solamente la domenica allo stadio Olimpico»

Claudio Dammicco
27 Novembre 2017 - 13:00

Entrare nella sede del Roma Club Testaccio dà subito l'idea di entrare nel cuore della tifoseria romanista: sciarpe e bandiere colorano di giallorosso le grandi pareti, foto di ogni epoca adornano l'ampio locale, situato in Via Ghiberti 31. Beniamini immortalati in bellissime immagini a colori ed in bianco e nero ti fanno respirare a pieni polmoni la passione per la squadra di Roma.

Tra i soci fondatori del Club, incontriamo Sergio Rosi, che è anche l'attuale Presidente: «L'idea di fondare un club mi venne insieme ad un gruppo di 15 amici, tutti naturalmente grandi tifosi Romanisti – ricorda Rosi –. Andavamo sempre allo Stadio a vedere le partite della Roma. La passione perla squadra era talmente tanta che volevamo condividerla stando insieme anche durante la settimana, non solo la domenica allo Stadio. Il Club era un punto di ritrovo. Avevamo anche una squadra che giocava al campo Testaccio, a livello dilettantistico. Allestimmo un tavolo da biliardo ed alcune slot machine. Ben presto il numero dei soci, dai quindici iniziali, crebbe a dismisura».

Come è cambiato il tifo romanista, agli occhi di un tifoso storico come lei?

«Ho sempre vissuto il tifo come una sana passione. Non ho mai litigato con nessuno. Discussioni, scaramucce magari anche per stupidaggini sono capitate. Ma mai nulla di serio. A partire dagli anni a cavallo tra gli anni '80 e '90 molte cose sono cambiate, in peggio. Mettiamoci pure che è diventato praticamente impossibile, per i tanti controlli che ci sono e per le autorizzazioni richieste, portare lo storico striscione del Club allo Stadio. Per questo negli ultimi anni preferisco stare qui nei locali del Club per seguire in televisione le partite insieme agli amici e viverle con la gioia e la serenità di una volta. In tal senso auspichiamo che la Roma riesca a costruire uno stadio tutto suo, dove i tifosi organizzati come noi possano entrare senza dover fare una sorta di corsa ad ostacoli».

Quando ci sono le partite l'ampio salone si riempie sempre?

«Le partite sono seguite in media da circa 50 persone ma per quelle importanti e se la Roma lotta per qualche trofeo possiamo anche avere il tutto esaurito. Fino a poco tempo fa era tradizione che quando segnava la Roma facevamo esplodere qualche petardo. Poi è successo che una signora si è lamentata per i rumori, dicendo che così avremmo fatto morire di spavento la madre. Allora abbiamo iniziato a suonare la sirena dell'allarme antifurto. Quando segna la Roma il suono si sente per tutto il quartiere».

Ad assistere le partite viene gente da altri quartieri di Roma?

«Si, ed anche quando ci sono le partite di Champions League in chiaro. Perché ormai ci sentiamo come una grande famiglia. Vedere le partite tra amici è sicuramente più coinvolgente e divertente che vederle da soli a casa».

Un altro testimone di questa passione che si vive nel Club è l'attore teatrale Enrico Pozzi: «Ho frequentato molti Roma Club, in diversi quartieri di Roma – racconta Pozzi -. Ma l'atmosfera che si respira qui non l'ho trovata da nessun'altra parte. Grazie alla amicizia fraterna con Sergio Rosi frequento ormai da circa dieci anni il Roma Club Testaccio. Quando ci sono le partite sono sempre qui, in prima fila con Sergio per vederle».

Altra figura storica del Club è l'Avvocato Rita Brandi, che segue la Roma da quando era bambina: «Andai allo stadio per la prima volta nel 1964 – ricorda Rita Brandi -. C'era ancora Pedro Manfredini. Era un Roma Sampdoria e finì 6 a 3. Tra i miei "cimeli" di bambina ho ritrovato un tema che feci alle elementari dal titolo "Racconta la tua domenica". Ho donato l'originale di quel tema al Club Testaccio facendolo incorniciare».

L'avv. Brandi è in prima linea nel tentativo di ridare dignità ed una nuova vita allo storico Campo Testaccio ed agli spazi ad esso adiacenti. Nel 2015 il Roma Club Testaccio, con l'Associazione Orizzonti Etici ed il Comitato cittadini Campo Testaccio ha raccolto oltre 2.000 firme, volte a sostenere il progetto di recupero del campo presentato al Comune di Roma: «Il Progetto, ecosostenibile, è stato realizzato dall'Architetto Pietro Mencagli – spiega l'Avvocato Brandi – Prevede spazi per gli anziani del quartiere, colonnine elettriche di ricarica dei veicoli, dà la possibilità ai bambini della scuola adiacente di poter accedere al campo. Abbiamo fatto varie conferenze stampa di presentazione del progetto, che prevede un'ampia opera di ristrutturazione urbanistica, oltre naturalmente al recupero dello storico campo. La mia amica Ana Vos, architetto olandese con la quale abbiamo anche fatto un gemellaggio con il Roma Club Amsterdam, per motivi di lavoro studia il nostro quartiere. Resta basita quando le dico che il progetto presentato oltre due anni fa non ha fatto passi avanti, ed il degrado di Campo Testaccio prosegue».

Si potrebbe ipotizzare un collegamento ideale tra campo Testaccio ed il nuovo Stadio di Tor di Valle. Considerato che uno degli aspetti più critici del nuovo stadio è il piano trasporti, perché non ipotizzare un collegamento via fiume Tevere? «Questo è un aspetto che non viene mai sottolineato –dice l'Avv. Brandi -. Da Testaccio a Tor di Valle il Tevere è navigabile e con un battello ci si potrebbe arrivare in un quarto d'ora. In tal modo ci sarebbe un collegamento ideale tra la storia ed il futuro della nostra amata Roma. Auspichiamo che anche la Roma trovi il modo di interessarsi di campo Testaccio, in tal senso faccio un appello al dirigente della As Roma e mio collega Mauro Baldissoni, perché entri in contatto con noi, dandoci modo di illustrargli le nostre proposte. Noi di certo non possiamo disturbarlo dal suo lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA